La nuova geografia del M5S, tra contiani e grillini

Da sinistra: Giuseppe Conte, Beppe Grillo e Luigi Di Maio.
Da sinistra: Giuseppe Conte, Beppe Grillo e Luigi Di Maio. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

ROMA. – Nei corridoi parlamentari, nella gran parte dei pentastellati, in queste ore vige una regola: “tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte hanno ragione tutti e due”. L’assunto, tuttavia, ha diverse sfumature in un universo, quello del Movimento, terremotato dall’appoggio a tre governi consecutivi e da un’assenza di leadership che rischia di essere endemica. Alle anime tradizionali, quella degli ortodossi e quella dei governisti, oramai se ne sono sovrapposte altre due: i contiani e i grillini. In mezzo il gruppo dei pontieri, così attivo in questi giorni da poter apparire, esso stesso, come una “corrente”.

I CONTIANI

Al Senato sono la maggioranza e molti di loro, in teoria, potrebbero seguire l’ex premier anche se strappasse con il M5S. Sono governisti ma segnati da un crescente scetticismo nei confronti dell’esecutivo Mario Draghi. E sono fautori di un campo largo che veda, fianco a fianco, Enrico Letta e Giuseppe Conte.

Tra i membri del governo, sicuramente vicino al leader in pectore sono il capodelegazione Stefano Patuanelli e la sottosegretaria al Mise Alessandra Todde, il sottosegretario ai Trasporti Giancarlo Cancelleri. La vicepresidente del Senato Paola Taverna, il capogruppo a Palazzo Madama Ettore Licheri, il senatore ed ex sottosegretario Mario Turco potrebbero essere considerati anche loro vicinissimi all’ex premier.

Contiani sono pure il reggente Vito Crimi e Alfonso Bonafede. A Strasburgo, a guidare gli europarlamentari “contiani” c’è Fabio Massimo Castaldo. Anche alla Camera Conte può comunque fare perno su un consistente gruppo di potenziali “fedelissimi”: da Michele Gubitosa a Davide Serritella fino a Luigi Iovino.

I DIFENSORI DI GRILLO

Sono i “neo-ortodossi”, ovvero gli esponenti della vecchia guardia, intenzionati a non stravolgere in maniera a loro giudizio eccessiva, lo scheletro fondante del Movimento. Non sono (almeno in apparenza) contro Conte ma reputano la permanenza dell’ex comico un punto da cui non si può prescindere.

Al Senato possono contare su Danilo Toninelli, alla Camera su Carla Ruocco, sul capogruppo Davide Crippa, sul presidente della commisisone Politiche Ue Sergio Battelli o sull’ex ministro Vincenzo Spadafora, da settimane molto scettico sul rischio dell” “uomo solo al comando”.

A loro si aggiungono diversi deputati al primo mandato, critici sulla possibilità della deroga ai due mandati. Molti di loro (da Luca Carabetta a Giovanni Currò fino a Maria Pallini) pochi mesi fa hanno dato vita alla corrente “Innovare”.

I PONTIERI

Luigi Di Maio e Roberto Fico sono i due “big” di quest’area che si pone giusto in mezzo ai duellanti, con continui richiami all’unità. E’ un’area che conta anche su diversi parlamentari, come Stefano Buffagni, Laura Bottici o Giuseppe Brescia.

(di Michele Esposito/ANSA)

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