Artigianato: perse 170mila imprese, meno giovani

Un operaio al lavoro in uno stabilimento di calzature.
Un operaio al lavoro in uno stabilimento di calzature. (Ansa)

ROMA.  – Nel settore dell’artigianato ci sono sempre meno imprese e meno giovani. È la sintesi ricavata da uno studio Unioncamere-InfoCamere che sottolinea come, negli ultimi 10 anni, il numero delle imprese artigiane sia diminuito di 170mila unità (-11,7%), portando a 1,3 milioni il totale delle imprese.

Contestualmente, tra marzo 2011 e marzo 2021, si sono perse 28mila imprese di under 30, pari al -41,9%. Un comparto che rischia quindi di diventare sempre meno attrattivo per le nuove generazioni, gravato anche dai recenti effetti della pandemia: nel 2020 il 70% delle imprese artigiane ha subito una riduzione di fatturato contro il 63% delle altre aziende.

Sono cresciute del 47%, invece, le ditte individuali guidate dagli over 70, con punte che superano il 50% al Mezzogiorno. Una difficoltà di ricambio generazionale, sottolinea lo studio, che potrebbe mettere a dura prova il futuro dell’imprenditoria artigiana. Nel calo complessivo sono in particolare le ditte individuali, che rappresentano oltre l’80% del comparto, a registrare perdite maggiori (-12,1%). A livello regionale peggio fanno Abruzzo (-21%), Sardegna (-18%), Basilicata e Sicilia (-17% per entrambe).

Quanto al futuro prevale la cautela: solo il 54% degli artigiani prevede di recuperare i livelli produttivi entro il prossimo anno, rileva un’indagine del Centro studi Tagliacarne, secondo cui però gli investimenti in digitale e green fanno salire le prospettive di ripresa, abbattendo le distanze con le altre imprese. Il 63% degli artigiani che ha investito in digitale e il 58% che ha puntato sulla sostenibilità contano infatti di recuperare entro il 2022.

Intanto per il settore arrivano novità dall’Europa. “Serve un mquadro normativo armonizzato e una sorta di Igp per msalvaguardare i prodotti artigianali”, ha sottolineato la Commissione per la politica economica (Econ) del Comitato europeo delle Regioni, che ha promosso la bozza di parere sulla “Protezione delle indicazioni geografiche industriali e artigianali nell’Unione europea”, prima dell’adozione definitiva nella plenaria di ottobre.

“Per i consumatori – ha spiegato la mrelatrice del parere Martine Pinville (Pse) – una simile regolamentazione sarebbe una garanzia dell’origine, della qualità e della genuinità di un prodotto. Per gli artigiani, o le aziende, significherebbe valorizzare il loro know-how e proteggerli dalla concorrenza sleale e dalla contraffazione”.

(di Marco Assab/ANSA).

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