No al summit con Putin, ultimo vertice amaro per Merkel

La cancelliera tedesca Angela Mekel.
La cancelliera tedesca Angela Mwekel

BRUXELLES.  – Un vertice Ue con Vladimir Putin, almeno a breve, non ci sarà. É notte fonda quando i 27 leader abbandonano l’Europa building, mdopo 14 ore di discussioni. Quasi tutti guadagnano l’uscita senza fermarsi, la cancelliera no. Con lo sguardo appesantito dall’ennesima giornata di dibattiti, Merkel – al suo ultimo summit a Bruxelles prima delle elezioni tedesche di settembre – si concede ai media, per esprimere il suo disappunto.

“Abbiamo definito di nuovo a quali condizioni siamo disposti a lavorare in modo più stretto con la Russia”. Ma “l’accordo su un incontro immediato non c’è”.

La proposta che la leader tedesca ha messo sul tavolo assieme al presidente francese Emmanuel Macron non ha spiccato il volo. L’idea di organizzare una riunione Ue con lo zar, per mostrare il volto rafforzato di un’Europa compatta e non lasciare agli Usa di Joe Biden il primato del dialogo tra Mosca e l’Occidente, è stata impallinata da tiri multipli, ben al di là degli attesi Paesi orientali e Baltici che con l’Olanda fin da mercoledì mavevano puntato i piedi, indispettiti dal blitz dell’ultim’ora mdell’asse franco-tedesco.

Difficile ricostruire esattamente cosa sia successo nella sala, dove i leader non avevano neppure il telefono cellulare, come sempre accade – per motivi di sicurezza – quando il dibattito riguarda la Cina o la Russia. Secondo alcune fonti, a sostenere davvero Macron e Merkel sull’idea del summit con Putin sarebbero stati solo Mario Draghi e l’austriaco Sebastian Kurz.

Secondo altri diplomatici, la situazione sarebbe stata più sfumata. Ma di sicuro l’ultimo vertice a Bruxelles per la grande regista degli accordi impossibili che ha trainato il progetto dell’Unione negli ultimi 15 anni ha avuto il gusto amaro di non essere riuscita a convincere i partner dell’importanza “di mantenere una visione coordinata”, con “canali di comunicazione” a 27 nei confronti di Mosca.

“Un’Unione europea sovrana deve parlare con Putin”, ha insistito Merkel anche alla fine della due giorni di lavori, lasciando l’impegno in eredità a chi a Berlino arriverà dopo di lei. Un progetto su cui insistere e lavorare con Parigi, che massumerà la presidenza di turno del Consiglio Ue nel primo msemestre del 2022, e con l’Italia di Draghi, in un’alleanza che ora appare sempre più salda.

“Il tentativo di un incontro Ue-Russia andava fatto”, ha sottolineato il premier italiano. “Io ne ho sostenuto la necessità perché piuttosto di essere dubbiosi sulla propia potenza, i Paesi Ue devono essere orgogliosi della manifestazione di forza che danno quando parlano insieme”. “In molti si sono opposti, non solo i Paesi nordici – ha detto Draghi -. Ora vediamo se si può fare una riunione” con Mosca “in formato Normandia oppure no”.

Macron invece, a differenza della cancelliera, ha cercato di minimizzare: “Non è un dramma. Le discussioni sono normali, non tutti abbiamo la stessa storia”. Chiarendo: “Non sono ossessionato da un summit a 27. Io non ho bisogno di un vértice Ue per vedere Putin”.

Dal Cremlino intanto sono arrivate espressioni di “rammarico”, ma è facile immaginare l’effetto dello spettacolo di un’Unione spaccata, e miope. Per usare le parole del lussemburghese Bettel, “Angela Merkel mi mancherà personalmente, ma soprattutto mancherà all’Europa”.

(di Patrizia Antonini/ANSA).

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