Festa a Parigi, dopo 17 anni riapre La Samaritaine

Il capo della multinazionale francese LVMH Bernard Arnault (D) ed il presidente francese Emmanuel Macron (S) applaudono dopo aver develato la targa applaudono dopo aver develato la targa del iconico magazino "La Samaritaine" durante la ceremonia di inaugurazione del monumentale opera.
Il capo della multinazionale francese LVMH Bernard Arnault (D) ed il presidente francese Emmanuel Macron (S) applaudono dopo aver develato la targa applaudono dopo aver develato la targa del iconico magazino "La Samaritaine" durante la ceremonia di inaugurazione del monumentale opera. EPA/CHRISTOPHE ARCHAMBAULT / POOL MAXPPP OUT

PARIGI. – É un giorno di festa e di rinascita per la città di Parigi: dopo oltre 15 anni di chiusura, Emmanuel Macron, ha inaugurato gli ex Grandi Magazzini La Samaritaine, tra i luoghi simbolo della capitale, che riapriranno ufficialmente al pubblico il 23 giugno. Un cantiere faraonico, eseguito a suon di milioni e tra mille peripezie burocratiche da Lvmh, il colosso del lusso di proprietà di Bernard Arnault.

“La Samaritaine riapre le porte. Dopo 17 anni di attesa, Parigi ritrova uno dei suoi capolavori architettonici. Un grande magazzino, così come concepito alla fine del XIX secolo, con asili nido e case popolari. E la creazione di 3.000 posti di lavoro. Il nostro patrimonio è più vivo che mai”, ha esultato Macron, rendendo omaggio a tutti coloro che hanno contributo alla rinascita di questo “formidabile tesoro del patrimonio francese”.

Per Arnault, che per portare a compimento l’opera ha speso 750 milioni di euro, l’odierna inaugurazione segna “la fine di questa crisi (del Covid) che ha colpito il mondo e il nostro Paese”.

Il terzo uomo più ricco al mondo nonché proprietario di tanti marchi italiani, tra cui Fendi, Bulgari e Loro Piana, ha accolto Macron e la moglie Brigitte assieme ai circa 800 dipendenti della Samaritaine ordinatamente disposti, in divisa bianco-blu,  sulla scala monumentale dell’edificio art déco. Presente anche la sindaca di Parigi, Anne Hidalgo.

Chiusa dal 2005 per problemi di sicurezza legati all’usura, La Samaritaine avrebbe dovuto riaprire nel 2020 per il suo 150/o anniversario, ma il Covid ha complicato le cose. Fondato nel 1870 da Ernest Cognacq e Marie-Louise Jay,  il sito venne annoverato tra le cosiddette “cattedrali del commercio moderno”, parole coniate all’epoca dal grande scrittore Emile Zola.

Con circa 600 marchi sotto allo stesso tetto, tra cui grandi griffe del Made in France, La Samaritaine punta ora a diventare uno scrigno dell’art de vivre, destinato a parigini e turisti, ma con un tocco anche molto italiano. Basti pensare che da metà luglio, nel complesso, aprirà anche una filiale del celebre Caffè Cova di Via Monte Napoleone a Milano.

Ma la nuova Samaritaine non sarà solo un luogo di shopping. Dei 70.000 metri quadri, solo 20.000 ospiteranno negozi e punti vendita. Gli altri 50.000 includeranno, tra l’altro, un albergo di superlusso della catena Cheval Blanc con vista mozzafiato sulla Cattedrale di Notre-Dame e piscina panoramica centrata sulla Basilica del Sacro Cuore. Previsti nel progetto anche 96 alloggi popolari, 15.000 metri quadri di uffici, nonché un asilo nido.

Gioielli dell’Art Nouveau e dell’Art Deco, i quattro edifici della Samaritaine sorgono tra la Senna e rue de Rivoli, un quartiere in piena rinascita nel ventre di Parigi con la recente inaugurazione della Fondazione Pinault, la Galerie Italienne di Raphaella Riboud-Seydoux e Alessandro Pron, e l’attesa riconversione degli storici uffici delle Poste in Rue du Louvre. Particolare cura è  stata prestata al restauro delle decorazioni dell’epoca come i mosaici, la grande volta vetrata in stile Grand Palais, le scale e le balaustre in ferro battuto, mentre l’anonima facciata su Rue de Rivoli è stata completamente ricostruita in stile utracontemporaneo dallo studio architettonico Sanaa.

Rimossa invece dal tetto l’immensa insegna “La Samaritaine” per anni visibile dai Lungosenna. Il nome ‘La Samaritaine’ deriva da quello dato a una pompa idraulica sistemata durante il regno di Enrico IV proprio lì vicino, sotto al Pont Neuf, il ponte più antico di Parigi.

(di Paolo Levi/ANSA).

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