Detenuti Rebibbia ai Musei vaticani, incontro con Papa Francesco

Papa Francesco riceve in Vaticano un gruppo di detenuti del carcere di Rebibbia.
Papa Francesco riceve in Vaticano un gruppo di detenuti del carcere di Rebibbia. (ANSA)

CITTA DEL VATICANO. – Una visita ai Musei vaticani e, prima, l’incontro con Papa Francesco. E’ stata una giornata particolare quella di un gruppo di detenuti di Rebibbia che con la direttrice del carcere e il cappellano hanno trascorso una giornata all’interno della mura leonine. Si sono presentati da Papa Francesco con in mano un cesto di pane che avevano preparato loro stessi nella notte.

Nei mesi del lockdown nel carcere romano ha infatti preso il via il progetto della panetteria, per dare una chance di lavoro, e di riscatto, ad alcuni reclusi. I detenuti della Terza Casa Circondariale di Rebibbia hanno consegnato il pane al Papa come ringraziamento “per il dono della speranza che sta offrendo a noi detenuti”, hanno detto ai media vaticani.

Il Papa ha ribadito la sua attenzione alle persone che vivono l’esperienza della reclusione, ricordando le visite nelle prigioni già in Argentina, e assicurando la sua preghiera anche per i loro familiari. “Oggi tutta la comunità del carcere, con il Papa, ha vissuto un’esperienza importantissima”, dice padre Moreno Versolato, religioso dei servi di Maria, cappellano nel più piccolo dei quattro poli del carcere romano.

Il gruppo di questa speciale giornata spirituale e culturale era composto da dodici detenuti, la direttrice della Terza Casa Circondariale di Rebibbia, Anna Maria Trapazzo, tre educatrici, agenti di polizia penitenziaria e due donne magistrato di sorveglianza. La direttrice dei Musei Vaticani, Barbara Jatta, ha voluto accogliere personalmente gli “ambasciatori” di Rebibbia: “Queste gallerie sono la casa di tutti, qui ognuno, con la propria sensibilità, può cogliere ‘qualcosa’ che vale per la sua vita e la può rendere migliore”.

Non è la prima volta che il Papa apre le porte dei ‘suoi’ Musei alle persone più fragili. Nel marzo del 2015 a visitare la Cappella Sistina e le stanze di Raffaello furono un gruppo di circa centocinquanta senzatetto accompagnati dall’Elemosiniere, il card. Konrad Karajewski.

Al termine della mattinata in Vaticano la direttrice del carcere romano ha parlato dell’esperienza di accoglienza e di speranza: “Il dono del pane per il Papa ha un valore enorme per noi: in pieno lockdown abbiamo avviato un laboratorio di panificazione e sette detenuti sono stati assunti da una ditta. Il pane fatto stanotte per Francesco è, dunque, un ‘grazie’. E anche il dono della ‘mattonella’ con la croce, espressione del corso di mosaico, non è un gesto formale ma un segno di fede e di speranza”.

(di Manuela Tulli/ANSA)

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