Nel 2020 record assoluto di sequestri di cocaina

Record sequestri di cocaina.
Record sequestri di cocaina. (Frame video ANSA)

ROMA. – Nel 2020 in Italia “sono diminuite le overdosi di droga, da 374 a 308. Può essere che sia avvenuto per la pandemia, ma se c’è stato un decremento dell’eroina sono aumentate le overdosi di metadone: se non c’era la sostanza d’elezione si è fatto ricorso al surrogato”.

Il vicecapo della polizia Vittorio Rizzi fa capire come gli stupefacenti trovino comunque la loro strada, nonostante le restrizioni per il virus, e così il narcotraffico, nonostante una flessione degli affari nei primi mesi dell’anno scorso, quelli del lockdown.

La Relazione annuale della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (Dcsa) del ministero degli Interni, relativa al 2020, racconta che “la ripresa dei traffici commerciali nella seconda parte dell’anno e la notevole capacità delle organizzazioni criminali di adattarsi al mutato contesto socio-economico, hanno rilanciato velocemente i traffici illeciti dopo un iniziale rallentamento”.

Nel trentennale dall’istituzione, nel 1991, la Dcsa, composta da poliziotti, carabinieri e finanzieri, registra per l’anno passato “un record assoluto nei sequestri di cocaina, che hanno toccato quota 13,4 tonnellate, un quantitativo mai raggiunto in precedenza”.

“Il 45% dei sequestri è avvenuto nel Porto di Gioia Tauro (Reggio Calabria, ndr) – sottolinea Rizzi -, ciò vuol dire ‘ndrangheta, presente in 46 Paesi del mondo, forse il principale player internazionale. La nostra parola d’ordine è quindi ‘attacco alla ‘ndrangheta’”.

“A livello nazionale, il bilancio finale delle attività di contrasto sconta, per taluni aspetti, l’anomalo andamento del traffico nella stagione del Covid – si legge nel report -: decrescono, rispetto all’anno precedente, le operazioni antidroga (-12,80%) e le denunce all’Autorità Giudiziaria (-11,21%)”.

“Il Covid è stato un acceleratore di dinamiche già in atto – ha affermato invece il direttore centrale della Dcsa, il generale della Finanza Antonino Maggiore -, con il maggiore utilizzo del web per il traffico e lo spaccio e una serie di camuffamenti, come quelli da rider” per la vendita al dettaglio.

“I traffici online stanno prendendo sempre più piede, anche con messaggistica criptata che viene distrutta dopo qualche secondo – ha detto Maggiore-. Captare queste comunicazioni se non si hanno elementi indiziari precedenti è molto difficile”.

La pandemia ha favorito l’uso del web per la compravendita di droga, specie di nuovo tipo e per una certa clientela. “La diffusione di preparati sintetici, sia stimolanti che depressori del sistema nervoso centrale, cresce, soprattutto tra i più giovani – si legge nella Relazione – e, ciò, grazie alle potenzialità della “rete” sempre più frequentemente utilizzata per procurarsi le sostanze d’abuso prodotte in laboratorio, così come i medicinali contraffatti o sviati da circuiti legali”.

“La lotta al narcotraffico rappresenta una priorità a tutela delle giovani generazioni, della legalità e della sicurezza”, ha detto il ministro degli Interni Luciana Lamorgese in un messaggio per la presentazione del rapporto.

(di Luca Laviola/ANSA)

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