Usa: la fine della schiavitù diventa festa nazionale

Un corteo di festeggiamento del Juneteenth, il giorno della fine della schivaitú negli Usa, a New York.
Un corteo di festeggiamento del Juneteenth, il giorno della fine della schivaitú negli Usa, a New York. (Ansalatina)

WASHINGTON. – Reduce dal suo primo, lungo viaggio all’estero, come primo atto Joe Biden firma subito la legge che istituisce come festa federale il 19 giugno, Juneteenth, il giorno che nel 1865 segnò la fine della schiavitù negli Stati Uniti, il peccato originale del Paese.

É la prima nuova festività nazionale da quando fu stabilito il Martin Luther King Jr Day nel 1963, anche se è già festa ufficiale (e pagata) in vari Stati, come Texas, New York, Virginia e Washington.

Il provvedimento, approvato all’unanimità al Senato e a larghissima maggioranza alla Camera (415 a 14), arriva in un momento in cui il Paese ha riaperto il dibattito sugli indennizzi legati alla schiavitù e acceso i riflettori sulle discriminazioni razziali e sulle brutalità della polizia contro le minoranze, anche se i progetti di riforma sono fermi al Senato.

Ma circa il 60% degli americani sa poco o nulla del Juneteenth, secondo un sondaggio Gallup, mentre vari Stati repubblicani muovono per vietare l’insegnamento a scuola della “teoria critica della razza”, la storia della schiavitù e gli attuali impatti del razzismo sistemico.

“Il Congresso ha approvato questa nuova festività ma consentiteci di non dimenticare che in Florida e in Texas agli educatori è proibito insegnare la vera storia del nostro Paese”, ha osservato l’attivista per i diritti umani Martin Luther King III, figlio di Martin Luther King Jr. Per alcuni critici, si tratta di un gesto vuoto: “Basta darci cose che non abbiamo chiesto e ignorare quelle che contano”, ha commentato Lewis George, un consigliere comunale della capitale.

Ma non c’è dubbio che si tratta di una decisione altamente simbolica e significativa, in un Paese che finora si era dimenticato di ricordare una data così importante. Juneteenth commemora il giorno in cui nel 1865 la notizia della proclamazione dell’emancipazione raggiunse la comunità di Galveston, Texas, liberando gli schiavi nell’ultimo Stato ribelle. Abraham Lincoln l’aveva firmata nel 1863, ma  l’esercito confederato si arrese solo nell’aprile del 1865 e la proclamazione non fu attuata a Galveston finché non arrivarono i soldati dell’Unione.

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