Tajani rilancia il partito unico, FdI netta sul no

Antonio Tajani (S) e Giorgia Meloni (D) durante la presentazione del candidato del centrodestra a sindaco di Roma nel Tempio di Adriano a Roma
Antonio Tajani (S) e Giorgia Meloni (D) durante la presentazione del candidato del centrodestra a sindaco di Roma nel Tempio di Adriano a Roma, 11 giugno 2021. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

ROMA. – L’idea di un partito unico del centrodestra torna a scuotere la coalizione. Se la Lega ha fretta di chiudere entro l’anno sulla federazione dei partiti che supportano il governo Draghi, Forza Italia guarda già alle politiche e rilancia l’idea di un grande contenitore unitario che vada da Fratelli d’Italia, “fino a chi nell’area riformista non vuole essere sottomesso alla sinistra”, per usare le parole di Antonio Tajani.

Ma dal partito di Giorgia Meloni, dato in crescita negli ultimi sondaggi, un ‘no’ rotondo arriva in tempi record: “Le esperienze del passato non sono state particolarmente positive, tanto che lasciammo il Popolo delle Libertà per formare FdI…”, ricorda il capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida. Per poi concluderne: “Le specificità sono la vera forza”.

Tajani lancia la sua proposta da uno dei tanti banchetti organizzati dagli azzurri per chiedere un “fisco più equo” in Italia. In un’assolata domenica romana, con al fianco i candidati sindaco e prosindaco Enrico Michetti e Simonetta Matone, il coordinatore forzista parla del suo “sogno”: un progetto che guardi “al partito repubblicano negli Usa. E’ un percorso che dobbiamo avviare”. Quindi fa un appello ad “allargare i nostri confini”.

Anche a forze come Azione di Carlo Calenda? Sembra proprio di sì: “Se vorrà guardare con più attenzione al centrodestra non abbiamo preclusioni”. Dalla Lega nessun commento a caldo, ma nei giorni scorsi Matteo Salvini si era già pronunciato sul tema: “Non si fa in un quarto d’ora, non è che in 15 giorni inventi il partito unico”.

La federazione e il partito unico – obiettivi differenti per tempi e portata – potrebbero essere portati avanti insieme se Lega e Forza Italia troveranno l’intesa. Per quanto riguarda il primo step, se, come sembra, sarà accantonata l’idea di fondere i gruppi parlamentari, potrebbe essere valutata l’idea di speaker unitari del centrodestra di governo alla Camera e al Senato, per dare maggiore forza a provvedimenti ed esternazioni.

Osvaldo Napoli, ex forzista ora in Coraggio Italia, usa la retorica per prospettare un “incubo” per FI: “Tajani sogna che due pere più due mele diano come risultato 4 arance. È quello che non è accaduto con il PdL e che mai accadrà. Prevarrà l’identità del partito più forte. Con l’ex presidente del Parlamento europeo che rischia di trovarsi in compagnia di Le Pen e l’AfD”.

Il dossier, in ogni caso, sarà aperto a breve, dopo la riunione sulle amministrative di mercoledì, in cui dovrebbe essere sciolto in primis il nodo della candidatura di Milano. Qui gli alleati attendono la mossa di Salvini (come Meloni ha avuto l’ultima parola su Roma, qui sarà lui a dettare la linea). Tra manager e prof, i nomi in pole per Palazzo Marino sarebbero: Oscar di Montigny, Maurizio Dallocchio e Fabio Minoli. E si fa strada la possibilità di un ticket sul modello romano, magari con Gabriele Albertini.

Ancora da muovere anche la pedina su Bologna, dove la scelta del candidato sarebbe tra Andrea Cangini e Roberto Mugavero e Fabio Battistini. In Calabria, dove ieri è stata annunciata la corsa dell’azzurro Roberto Occhiuto, si attende l’ufficializzazione da parte dei tre leader.

Nel frattempo, mentre FI è in piazza in tutta Italia per chiedere un fisco “più giusto”, Silvio Berlusconi scrive una lettera al Giornale (che sarà pubblicata domani) per rimarcare l’importanza di fare subito una riforma fiscale: una no tax area per i primi 12.000 euro di reddito e “solo” tre aliquote (non oltre il 23%) per i successivi scaglioni di reddito; “no assoluto” a qualsiasi forma di patrimoniale o di tassa di successione; e la richiesta di introdurre in Costituzione un tetto massimo all’imposizione fiscale.

(di Paola Lo Mele/ANSA)

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