Europei, Jorginho: “Questa Italia somiglia al mio Chelsea”

Jorginho in azione nella partita vinta dall'Italia per 3-0 contro la Turchia.
Jorginho in azione nella partita vinta dall'Italia per 3-0 contro la Turchia. EPA/Alberto Lingria / POOL

FIRENZE. – E’ uno dei leader riconosciuti di questa Italia, di sicuro ne è il motore visto che è lui a dirigere il gioco: Jorginho nel tempo è diventato un punto fermo per Roberto Mancini oltreché del Chelsea con cui ha appena conquistato la Champions League superando in finale il favorito Manchester City.

E da campione d’Europa con il proprio club il centrocampista di origini brasiliane punta a centrare il bis in azzurro nell’Europeo appena cominciato. ”Dopo aver vinto la Champions porto qui ancora più fame di vincere, è stato bello e ho vissuto emozioni difficili da raccontare, di sicuro mi piacerebbe riviverle anche con la Nazionale – ha dichiarato Jorginho – . Questo gruppo somiglia a quello del Chelsea, stessa fame, stessa voglia di realizzare qualcosa di importante da parte di tutti, dai più esperti ai più giovani”.

Parole che suonano di buon auspicio per la banda azzurra che ha iniziato nel migliore il campionato europeo, suscitando grande entusiasmo e raccogliendo elogi e applausi. ”Troppa euforia? Vincere è bello e dobbiamo gioirne, non ho visto nulla di eccessivo nelle celebrazioni dopo il successo sulla Turchia. Questa è una competizione difficile e ne siamo consapevoli, l’Italia non perderà mai l’umiltà e la fame, lavoriamo tanto per arrivare al successo e quando lo raggiungiamo è giusto festeggiare”.

A chi lo considera un leader Jorginho ha risposto così: ”Vero che in campo parlo molto, per il mio ruolo è fondamentale, alla fine sono sempre senza voce – ha sorriso – Detto questo, in questo gruppo ci sono tanti grandi giocatori con grande personalità, io cerco di aiutare tutti ma serve anche l’apporto di Chiellini, Bonucci, Donnarumma, Insigne, Immobile, Verratti che non vedo l’ora di rivedere in campo perché può darci tantissimo a tutti i livelli. E’ un’Italia piena di qualità che può fare bene”.

Per Nicolò Barella, che gioca al suo fianco a centrocampo, il numero 8 azzurro ha speso belle parole ”Se somiglia a Kanté? Per caratteristiche sì: hanno entrambi potenza fisica, corrono per tutti e recuperano palloni per 90 e anche 120′. Devo dire che mi aiutano davvero tanto”.

La scalata di Jorginho è partita dalla C2 fino a portarlo sul tetto d’Europa: ”Il merito è degli allenatori che ho avuto, Valigi, Mandorlini, Benitez, Sarri e anche dei compagni con cui ho giocato, da tutti ho cercato di assimilare qualcosa, inoltre non mi sono mai abbattuto, neppure davanti alle critiche, anzi ho cercato sempre di trasformarle in stimolo a fare meglio. Alla fine quel che conta è solo il risultato”.

Quanto ai modelli, inizialmente guardava a Ronaldinho, Kakà e Ronando ”ma dopo che un allenatore mi mise davanti alla difesa ho guardato di più a Pirlo e a Xavi”.

Si scalda già per la Svizzera: ”Ho visto la gara contro il Gallese, quella elvetica è un’ottima formazione, organizzata, con lo stesso ct da anni e tanti giocatori esperti, bisognerà avere massima attenzione”.

L’ultimo pensiero, anche se è stato il primo da subito, è per Eriksen e il gesto di Kjaer per il compagno colpito da malore: ”Noi calciatori siamo al centro dello spettacolo ma il calcio va oltre. Quanto accaduto ieri è stato davvero toccante, l’ho sentito molto, in quel momento ho pensato alla moglie di Eriksen, ai suoi compagni, ai tifosi. A nome di tutti noi faccio un grosso in bocca al lupo a Christian e gli dico: sii forte”.

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