Candidadure alle comunali, scontro Centrodestra-Pd sui magistrati

Catello Maresca, candidato a sindaco di Napoli e pm in aspettativa
Catello Maresca, candidato a sindaco di Napoli e pm in aspettativa. ANSA / CIRO FUSCO

ROMA. – Due magistrati candidati dal centrodestra a Roma e Napoli danno il destro ad Enrico Letta di aprire una polemica destinata protrarsi anche nelle sedi parlamentari quando verranno affrontate le riforme della Giustizia, e soprattutto nella campagna elettorale.

Il segretario del Pd, ospite a L’aria che tira su La7, commentando la candidatura di Catello Maresca come sindaco a Napoli e di Simonetta Matone come vicesindaco a Roma ha rilevato che si tratta di “due magistrati che sono in funzione nella città dove si candideranno. Sono magistrati che hanno preso decisioni delicatissime e hanno accesso a dati sensibili della terra dove si candidano. La legge italiana ha un buco e non lo impedisce. Ed è un errore”.

Dopo Letta è intervenuta alla stessa trasmissione Giorgia Meloni cha ha attaccato a sua volta la sinistra ricordando le candidature di “Emiliano, de Magistris e Ingroia”; dai Dem “due pesi e due misure”, è la replica. E a stessa cosa ha detto Matteo Salvini: “hanno riempito comuni, Regioni e Parlamento di magistrati”.

Una replica che tuttavia non tiene conto che è il centrodestra a spingere perché vengano posti paletti alle candidature dei magistrati, con tanto di emendamenti presentati appena pochi giorni fa alla Camera alla delega penale, il cui testo – se fosse stato approvato per tempo – avrebbe impedito le due candidature, dato che essa vieterebbe di candidarsi nella città in cui il magistrato ha lavorato negli ultimi tre anni.

Il tema delle “sliding doors” dalla magistratura alla politica sta a cuore anche all’attuale amministrazione del Pd che precisa inoltre come personalità come Ingroia e de Magistris non abbiano mai fatto politica insieme ai dem. Mentre la contraddittorietà del centrodestra su questo argomento – si aggiunge -è conclamata. Al riguardo si fa anche riferimento ai quesiti referendari proposti da Matteo Salvini che non manterrebbero la necessaria neutralità rispetto alla magistratura.

Sul ticket che il centrodestra presenta a Roma, ripetendo l’esperienza del 1997 (Pierluigi Borghini e Teodoro Buontempo) fa dell’ironia l’altro candidato per il campidoglio, Carlo Calenda: “roba da pro loco”, mentre Benedetto Della Vedova ha definito “inesperto” Michetti, accostandolo a Virginia Raggi; una tesi respinta dal centrodestra. Giorgia Meloni ribadisce che con il ticket presentato “il centrodestra non solo può vincere, ma può anche governare Roma”, perché l’avvocato amministrativista “sa mettere le mani nella macchina” del Campidoglio.

Salvini ha incontrato il candidato sindaco e con cui, ha riferito, ha parlato dei problemi della città. Michetti e Matone, intanto, si preparano a presentarsi pubblicamente e lanceranno nelle prossime ore la loro campagna assieme a Salvini, Meloni ed Antonio Tajani.

In attesa del nuovo vertice di mercoledì prossimo da cui dovranno emergere i candidati a Milano e Bologna, si attende sabato l’annuncio del candidato a succedere a Jole Santelli. Da Fi, a cui spetta l’indicazione, è trapelato il nome del capogruppo alla Camera Roberto Occhiuto, auspicato da Andrea Mandelli, vicepresidente dell’Aula di Montecitorio.

Non è mancata da parte di Salvini il lancio di una “competition” interna al centrodestra. Infatti il segretario della Lega, parlando con i suoi dirigenti calabresi, ha detto che “l’obiettivo è che la Lega sia il primo partito” alle elezioni di ottobre.

Salvini ha invece negato si debba attendere le amministrative per il lancio della federazione del centrodestra, come avevano scritto alcuni giornali, dato che quell’appuntamento elettorale misurerà i rapporti di forza interni: ” “Fermo restando che la mia è una proposta e non una imposizione, se ha un senso prima se ne parla e prima si fa e meglio è. Rinviarla al 2022 non è utile”.

E a premere sull’acceleratore sono quanti in Fi sono favorevoli al progetto: Giorgio Mulè, citando un sondaggio ha detto: “i nostri elettori guardino con molto favore e convinzione a questo progetto chiedendoci innanzitutto unità”.

(di Giovanni Innamorati/ANSA)

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