Effetto Covid, discoteche: “Con mascherine e distanza falliremo”

La Discoteca Cocorico di Riccione in un Rave estivo, 24 agosto 2013
La Discoteca Cocorico di Riccione in un Rave estivo, 24 agosto 2013. ANSA/PASQUALE BOVE

BARI. – “E’ d’accordo” su una possibile riapertura delle discoteche all’aperto il primo luglio con l’accesso consentito a chi ha il “passaporto sanitario”, ma ritiene una “follia” affiancare a questo anche l’obbligo della “mascherina” e del “distanziamento”: per l’amministratore della discoteca Praja di Gallipoli, Pierpaolo Paradiso, “se passasse questa linea i locali non potrebbero riaprire e saremmo destinati a fallire tutti. Se a oggi abbiamo avuto una chiusura del 30%, così arriveremo a una chiusura totale”.

E questo “vale per tutti i locali da ballo, anche per le balere – precisa – immaginiamo di fare un liscio o un ballo di coppia o di gruppo stando distanziati, con la mascherina e senza toccarci: facciamo il tango a distanza”. Il gestore del Praja, inoltre, si domanda come sia possibile controllare se un cliente tenga sempre la mascherina: “Mi chiudete il locale se quel singolo la abbassa? E che faccio, lo caccio? E’ una cosa che spetta alle forze dell’ordine”.

Dal protocollo per riaprire in sicurezza alla disponibilità a collaborare su tamponi e vaccini, Paradiso evidenzia che “abbiamo fatto tutto il possibile e abbiamo teso sempre una mano allo Stato”. Ma forse, ipotizza, “c’è un odio verso il nostro settore”. Un timore che, per Paradiso, è giustificato “se pensiamo che quando a dicembre abbiamo scritto il protocollo per la sicurezza, mi è stato suggerito di evitare la parola discoteca, che a qualcuno non piace, e di sostituirla con intrattenimento danzante”.

“Abbiamo cinque medici che hanno firmato un protocollo dicendo che è possibile, abbiamo cinque sottosegretari che dicono è possibile, poi però un ministro decide da solo”, sostiene. “In Puglia – prosegue – e a Gallipoli in particolare, i tassi di prenotazione sono alle stelle, dove li metteremo tutti questi giovani? Staranno ammassati davanti ai bar senza mascherina a bere qualcosa, lì lo possono fare; staranno in spiagge e piazze, tanto lì si può fare: ballano nelle spiagge, ballano nei bar, non si può ballare solo in discoteca”.

Chi ha già deciso che non riaprirà è Enrico Galli, titolare della nota discoteca riccionese Cocoricò. Per l’imprenditore “l’estate è compromessa. Non riapriremo e 500 persone rischiano di restare a casa”. Galli sottolinea come per organizzare il calendario di spettacoli per una discoteca servono “anche 8-9 mesi prima dell’evento”, non si può improvvisare. “Ci vorrebbe un mese e mezzo di promozione solo per far ripartire il Cocoricò”.

(di Vincenzo Chiumarulo/ANSA)

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