Salvini da Draghi: “La federazione aiuta il governo”

Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, conferisce alla Bandiera di Guerra dei Carabinieri la Medaglia d'Oro al Merito Civile durante la cerimonia per il 207° Annuale di Fondazione dell'Arma.
Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, conferisce alla Bandiera di Guerra dei Carabinieri la Medaglia d'Oro al Merito Civile durante la cerimonia per il 207° Annuale di Fondazione dell'Arma. (Ufficio Stampa e Comunicazione Palazzo Chigi)

ROMA. – La Lega non farà il partito corsaro, né i referendum sulla giustizia vogliono mettere a repentaglio la riforma Cartabia. L’incontro di oggi pomeriggio tra il premier Mario Draghi e Matteo Salvini, servirà a dare queste rassicurazioni all’inquilino di Palazzo Chigi.

E’ ragionevole pensare che Salvini voglia anche spiegare a Draghi il senso della sua proposta per una federazione dei partiti di centrodestra di governo che, come ha detto ieri, sono una “dote” per l’esecutivo perché stabilizzano il centrodestra che lo sostiene, anche se al momento in Forza Italia il sismografo continua a registrare scosse di magnitudo elevata.

Salvini, ospite di Lucia Annunziata su Rai 3, ha parlato dei sei referendum sulla giustizia promossi con il Partito Radicale, sottolineando che affrontano temi estranei alla riforma Cartabia sull’ordinamento giudiziario e che quindi non la frenano. Tuttavia, toccando due temi divisivi come la separazione delle carriere e la responsabilità civile dei magistrati, rischiano oggettivamente di creare tensioni nell’ampia maggioranza di governo.

Di qui l’ulteriore precisazione che ripeterà a Draghi: “Se il Parlamento riuscirà a fare quello che non ha fatto per 30 anni noi saremo contenti. Se invece il Parlamento continuerà a parlare e non farà nulla, sicuramente in primavera gli italiani decideranno”.

E anche Giancarlo Giorgetti, ha definito “un tassello fondamentale della nuova Italia” la riforma a cui sta lavorando la Guardasigilli. Il ministro dello sviluppo economico si fa garante con il premier della serietà dell’impegno della Lega.

Nell’incontro di oggi a Palazzo Chigi si può ritenere che Salvini voglia rassicurare Draghi anche sulle tensioni create dalla sua proposta per federare il centrodestra. Gruppi parlamentari unici Lega-FI, ha detto sempre in trasmissione, che “parlano con una sola voce, presentano insieme emendamenti, sarebbero utili al premier e al Paese. A Draghi offriamo una forza unica che può essere la prima in Parlamento, in Italia, nelle Regioni, e in Europa”, ha aggiunto per dare garanzie sia al presidente del Consiglio che agli alleati.

Sta di fatto che Draghi, come qualsiasi altro osservatore, non può che registrare le turbolenze dentro Forza Italia ed anche i primi screzi tra FI e Coraggio Italia che si è tirata fuori dall’operazione. Antonio Tajani ha ribadito che non ci sarà alcuna “annessione” e che il simbolo di FI rimarrà. Altri esponenti azzurri come Sestino Giacomoni parlano di “coordinamento” ma non di “fusione a freddo tra gruppi parlamentari”. Nettamente contrari ai gruppi unici altri deputati come Giusy Versace o Erica Mazzetti.

Di certo martedì il capogruppo alla Camera Roberto Occhiuto ha convocato i deputati “azzurri” proprio per parlare della proposta che sarà oggetto di un primo vertice Lega-FI tra mercoledì e giovedì (mentre sempre in settimana potrebbe tenersi un vertice tra i leader del centrodestra sulle amministrative).

Invita al realismo il senatore “azzurro” Francesco Giro, che dal 2018 ha la doppia tessera Forza Italia-Lega: “Berlusconi ha dato il testimone politico a Salvini, suo erede politico” che “ha avuto la consacrazione elettorale” mancata ai vari Fini o Alfano. Invita a guardare in prospettiva anche Giorgetti per il quale una operazione che si limiti “ad un cartello elettorale avrebbe poco senso” dovendo semmai ragionare in tempi più lunghi ad un unico soggetto saldamento ancorato all’Europa.

(di Giovanni Innamorati/ANSA)

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