Il green pass globale fa capolino al G7 ma non decolla

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, in conferenza stampa..
Il ministro della Salute, Roberto Speranza, in conferenza stampa.. ROBERTO MONALDO/ LAPRESSE/ POOL/ ANSA

LONDRA.  – L’impegno sulla cooperazione internazionale contro la pandemia da Covid e sui vaccini, da tradurre però ancora in numeri di dosi concrete sul fronte della solidarietà verso i Paesi poveri; e la partita sulle certificazioni vaccinali per viaggiare messa sul tavolo, ma non ancora pronta a sfociare in un green pass planetario riconosciuto da tutti.

Sono due dei temi cruciali al centro oggi e domani della riunione dei ministri della Sanità dei Paesi del G7 (per l’Italia, Roberto Speranza) organizzata orgogliosamente dalla presidenza britannica nell’università di Oxford: sede dei laboratori in cui è stato sviluppato uno dei primi sieri anti coronavirus al mondo, poi prodotto da AstraZeneca.

“L’obiettivo è quello di rendere il vaccino disponibile in tutto il mondo”, ha ribadito a inizio lavori il padrone di casa Matt Hancock, ministro della Salute del governo di Boris Johnson, insistendo sul fatto che occorra “imparare dalla pandemia” per rafforzare la partnership sanitaria internazionale. E che “nessuno sarà al sicuro dal Covid fino a quando tutti i Paesi non lo saranno”.

Parole d’ordine destinate a riproporsi nei prossimi appuntamenti dei 7 grandi, fino al cruciale vertice dei capi di Stato e di governo che Johnson ospiterà la settimana prossima in Cornovaglia, nell’estremo sud-ovest dell’Inghilterra, a conclusione del quale non mancherà un faccia a faccia al castello di Windsor fra il nuovo presidente americano Joe Biden, accompagnato dalla first lady Jill, e la 95enne regina Elisabetta: al 12esimo rendez-vous con un inquilino della Casa Bianca su un totale di 14 avvicendatisi a Washington durante i suoi 69 anni di regno.

Ma parole d’ordine ancora in attesa di trasformarsi in cifre solide, secondo le recenti denunce dell’Oms e di varie agenzie dell’Onu, che nell’ambito del programma Covax di aiuto alle nazioni più svantaggiate del globo sono state in grado di raccogliere sinora 190 milioni di dosi vaccinali, decisamente meno delle necessità immediate.

E che al G7 chiedono di fare di più e più in fretta, mentre Paesi come la Repubblica Democratica del Congo si aggiungono alla lista dei territori emarginati soggetti a nuove ondate di contagi: a distanza siderale dai successi delle campagne di vaccinazioni condotte a ritmo record da Usa o Regno Unito (entrambi già oltre il 50% della popolazione adulta immunizzata) e ormai a buona andatura anche da tutto l’Occidente, Italia compresa. Proprio oggi comunque è arrivato l’annuncio della Casa Bianca che promette di condividere almeno 80 milioni di dosi di vaccini con il resto del mondo entro giugno: la prima tranche sarà di 25 milioni, di cui 19 milioni distribuiti tramite il Covax.

Quanto poi ai viaggi, la discussione verte su come facilitarli attraverso la certificazione dello status vaccinale o di negatività ai test di ciascuno. Per il ministro Speranza l’auspicio è quello di una condivisione allargata ai G7 e “oltre i G7” del modello del green pass messo a punto dall’Ue, la cui attuazione l’Italia chiede peraltro di “velocizzare” rispetto alla scadenza del primo luglio indicata da Bruxelles.

Ma la prospettiva di una sorta di passaporto collettivo globale resta per ora di là da venire, ha anticipato Hancock, malgrado la consapevolezza comune dell’efficacia degli antidoti approvati: efficacia testimoniata dai dati in particolare sull’impatto relativo al calo netto d’infezioni gravi, ricoveri ospedalieri e numero di morti rispetto al totale dei casi di contagio.

“Vi è un numero di Paesi al mondo che intende richiedere definitivamente la vaccinazione come condizione per poter viaggiare – ha sottolineato il ministro di Johnson – e noi come Regno Unito stiamo assicurando che ogni britannico abbia un certificato vaccinale”.

“Ma siamo ancora piuttosto lontani da un approccio internazionalmente condiviso da tutti, c’è ancora molto lavoro da fare”, ha aggiunto: nello stesso giorno in cui il suo Paese ha del resto confermato di voler mantenere altissima la guardia sugli spostamenti con l’estero – visti i timori rilanciati dall’importazione dall’India della variante Gamma – mantenendo obbligatoria la quarantena precauzionale di 10 giorni sugli arrivi dalla quasi totalità dei Paesi del mondo, Italia inclusa. E anzi riallargandola dalla settimana prossima al Portogallo, uno dei pochissimi recentemente esentati.

(di Alessandro Logroscino/ANSA).

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