Biden ferma perforazioni Trump nel parco dell’Artico

Trivellazione di un pozzo di petroleo nell'artico.
Trivellazione di un pozzo di petroleo nell'artico. (Ansalatina)

WASHINGTON. – Joe Biden mantiene un’altra promessa elettorale sospendendo le licenze per le perforazioni petrolifere nell’Arctic National Wildlife Refuge, il più grande rifugio faunistico americano, un’area naturale protetta di 78 mila kmq  nella zona nord-orientale dello stato dell’Alaska, paradiso di specie importanti come orsi polari, caribù e lupi.

Il presidente rottama così un’altra delle controverse eredità del suo predecessore Donald Trump, che aveva riaperto l’area alle trivelle negli ultimi giorni del suo mandato rovesciando le politiche di Barack Obama volte a limitare al massimo lo sfruttamento delle risorse incontaminate dell’Artico.

La mossa di Biden, in attesa di una revisione definitiva degli ultimi provvedimenti del tycoon, è stata accolta con entusiasmo dagli ambientalisti e dalle tribù artiche, che considerano sacri questi territori. Protestano invece i repubblicani. “Questa azione non serve ad altri scopi che a ostacolare l’economia dell’Alaska e a mettere a rischio la nostra sicurezza energetica”, ha accusato Lisa Murkowski, che rappresenta questo Stato in Senato.

I detrattori della decisione sostengono che le trivellazioni per estrarre gas e petrolio producono posti di lavoro e reddito per gli abitanti dell’Alaska, oltre che grandi ricchezze per le compagnie del settore. I sostenitori invece ritengono che le attività di perforazione mettano in pericolo un habitat único con le sue specie animali protette, alimentando inoltre l’industria dell’energia fossile e quindi le minacce al clima.

“Joe Biden crede che i tesori nazionali dell’America siano  i fondamenti culturali ed economici del nostro Paese”, ha commentato Gina McCarthy, consigliera della Casa Bianca per il clima, spiegando che le decisioni di Trump “avrebbero potuto cambiare per sempre il carattere di questo posto speciale”.

L’area artica è ricca di idrocarburi ma la svolta di Trump mnell’area del rifugio faunistico, dove si stimano ci siano circa m11 miliardi di barili, aveva ricevuto scarso interesse da parte mdel settore oil & gas. E non solo per gli alti costi di mestrazione in una zona remota senza strade ed infrastrutture. Anche le major infatti si stanno orientando verso le energie rinnovabili.

Diverse banche americane inoltre si erano dette non mdisponibili a finanziare le esplorazioni di idrocarburi nel parco, temendo forse effetti boomerang a livello di opinione pubblica. Solo 11 tratti di territori sono andati all’asta, fruttando meno di 14 milioni di dollari, al di sotto delle speranze del governo. E la maggioranza sono state aggiudicate malla Alaska Industrial Development and Export Authority, una agenzia statale.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA).

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