ROMA. – La riabilitazione sportiva di Beppe Signori decisa dal presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, chiude l’incredibile vicenda che colpì dieci anni fa l’ex giocatore della Nazionale e di Lazio e Bologna, ma anche di Foggia e Sampdoria e altri club, accusato di aver venduto delle partite.
Per l’ex attaccante, oggi 53enne, fu una macchia di fango su una carriera che invece era stata cristallina e ricca di soddisfazioni: nono marcatore di sempre nella storia della Serie A con 188 gol, 3 volte capocannoniere con la Lazio, e terzo bomber di sempre del club biancoceleste con 127 gol, dietro a Silvio Piola e Ciro Immobile. Inoltre 28 presenza in nazionale e vicecampione del mondo nel 1994.
Ci sono voluti dieci anni di udienze per dimostrare che non era coinvolto nella vicenda di calcioscommesse. Adesso per l’ex giocatore arriva finalmente anche il giudizio più atteso per un atleta, quello della giustizia sportiva, che lo riabilita pubblicamente: Signori non ha venduto partite.
É un risultato consolante, dopo dieci anni di vergogna per l’ex azzurro, emarginato dal suo mondo, senza più amici e contatti nel mondo sportivo. Dopo quei titoli sui giornali e quelle accuse infamanti, nessuno voleva avere rapporti con lui. Una gogna infinita, cominciata addirittura con un arresto eclatante l’1 giugno del 2011 nell’ambito di un’inchiesta legata alle scommesse: viene inizialmente posto agli arresti domiciliari, poi revocati due settimane dopo. Anche la federcalcio lo mette alla porta, radiandolo.
Intanto il procedimento va avanti, si indaga su una misteriosa società che da Singapore gestirebbe le partite truccate, sono coinvolti anche altri giocatori. Nell’estate del 2015 l’ex calciatore viene rinviato a giudizio. Lui si proclama innocente. Il 23 febbraio 2021 la prima assoluzione, a Piacenza in primo grado, in uno dei filoni secondari dell’inchiesta, perché “il fatto non sussiste” circa la gara Piacenza-Padova del 2 ottobre 2010. Il 30 marzo il tribunale di Modena, ancora in primo grado, dice che “il fatto non sussiste”, riguardo all’accusa di combine in Modena-Sassuolo e Modena-Siena del 2011.
Il castello accusatorio si sgonfia, la stessa pubblica accusa non presenta appello. Finisce l’incubo per Signori, oggi la parola fine alla vicenda con la firma di Gravina sull’atto di riabilitazione sportiva: Signori era davvero un giocatore perbene e può tornare a lavorare nel calcio.