Superlega contro l’Uefa, la parola alla Corte Ue

Il presidente della UEFA Aleksander Ceferin,
Il presidente della UEFA Aleksander Ceferin, (ANSA/EPA/Paul Murphy)

ROMA.  – Nessun dialogo, la sfida della Superlega resta aperta e si giocherà a colpi di azioni legali. Se c’erano dei dubbi su possibili ripensamenti dei club “ribelli” o aperture da part dell’Uefa, a cancellarli è arrivato l’ annuncio della Corte di Giustizia dell’Ue di aver preso in esame la questione pregiudiziale sollevata lo scorso 11 maggio dal Tribunale del Commercio n.17 di Madrid in merito alla possibile violazione delle regole comunitarie sulla concorrenza da parte di Uefa e Fifa.

La Corte con sede in Lussemburgo ha il potere di chiarire se le due federazioni internazionali, come viene contestato dalla Superlega, abusino della loro posizione dominante quali beneficiarie dei diritti tv e arrogandosi il potere di impediré l’organizzazione di altre competizioni rivali o parallele, come appunto quella che Real Madrid, Barcellona, Juventus e altre nove club europei, poi sfilatisi, volevano mettere in piedi.

Il giudice spagnolo chiede che sia chiarita anche la regolarità delle sanzioni annunciate da Fifa e Uefa dopo l’annuncio della Super Lega.

Lo stesso tribunale madrileno in aprile si era pronunciato sospendendo qualunque tipo di sanzioni contro i club “ribelli”, consentendo al Real Madrid di partecipare senza rischi alla semifinale di Champions League. L’ interpretazione della Corte sarà vincolante per il giudice nazionale e per tutti gli altri giudici dei Paesi comunitari che si troveranno ad affrontare una questione analoga.

Il giorno della finale di Champions League – che ha messo di fronte due dei sei club di Premier League che hanno presto lasciato il progetto sotto la pressione del premier britannico, Boris Johnson, e dei tifosi -, il n.1 Uefa, Aleksander Ceferin, era tornato all’attacco, accusando Juve, Real e Barca di evitare ogni incontro.

“Forse ritengono che se hai soldi puoi assumere stuoli di avvocati – le parole di Ceferin – ma non penso che questo sia l’approccio corretto, che invece è il dialogo, ammettere di voler tornare indietro, se lo vogliono”. Nel frattempo, la Disciplinare Uefa sta valutando la posizione delle “ribelli” per decidere eventuali sanzioni.

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