Conte frena la svolta garantista del M5S: “Etica nostra stella”

In una foto d'archivio, assembramento di giornalisti per ricevere le dichiarazioni dell'ex-premier Giuseppe Conte.
In una foto d'archivio, assembramento di giornalisti per ricevere le dichiarazioni dell'ex-premier Giuseppe Conte.

ROMA. – A 48 ore dalla lettera al Foglio di Luigi Di Maio sul caso Uggetti Giuseppe Conte decide di mettere, in maniera chiara, un freno alla svolta garantista del nuovo Movimento 5 Stelle. Svolta che era stata applaudita da tantissimi pentastellati – incluso l’ex premier – ma che era stata accolta dal gelo dei pasdaran dei valori primigeni del Movimento. E, dalle pagine del Fatto Quotidiano, anche Marco Travaglio, il giornalista più ascoltato nell’universo grillino, ha attaccato quella che, in un editoriale, lui stesso chiama “Sindrome di Stoccolma”.

La lettera del ministro degli Esteri è arrivata come un terremoto, non solo nel M5S, ma in tutta la politica italiana. Applaudita dal Pd e, con meno vigore, dalla Lega, accolta tra il sarcasmo e lo scetticismo dai renziani, la svolta di Di Maio aveva costretto Conte in qualche modo ad inseguire l’ex capo politico. In un post su fb, questa volta, però, è Conte a prendere le redini del gioco.

“Riconoscere come errori alcuni toni e alcuni metodi usati in passato – come ha fatto Luigi Di Maio – vuol dire segnalare, anche all’esterno, alcuni fondamentali passaggi di un processo di maturazione collettiva. Saremo una forza aperta e accogliente ma anche intransigente. Il principio di legalità e il valore dell’etica pubblica sono valori inossidabili”, scrive Conte attaccando, tra l’altro, il sottosegretario leghista Claudio Durigon per alcune sue presunte frasi sul generale della Gdf che indaga sulla Lega. “E’ intollerabile, va fatta chiarezza”, sottolinea Conte.

E’ un post, quello del leader in pectore, che non lascerà indifferenti gli esponenti del Movimento, anche perché rischia di riaccendere quel dualismo con Di Maio che sinora sembrava sopito. E dall’ex-premier arriva anche un avviso ai naviganti – inclusa la ministra Marta Cartabia – sulla riforma del processo penale: la svolta di Di Maio non abbasserà le pretese del M5S. “Assicureremo il nostro massimo impegno per realizzare le riforme già avviate, nel segno di un “sistema giustizia” più celere, più efficiente, ma anche più equo e giusto.

Sia chiaro: la via maestra è realizzare un sistema che offra risposte chiare e certe alla domanda di giustizia, non scorciatoie nel segno della “denegata giustizia”, scrive Conte. Rispondendo indirettamente ai tanti ex – da Alessandro Di Battista a Barbara Lezzi – che hanno criticato in queste ore la svolta garantista di Di Maio. E allo stesso Travaglio che, ospite di Mezz’ora in più, sul nodo della prescrizione affermava tranchant: “Se si pentissero sui loro meriti farebbero prima a puntarsi una pistola in bocca e spararsi”.

Sul cammino del Recovery, insomma, il tema giustizia è destinato ad infiammarsi. Anche perché, al M5S, risponde la Lega che mette l’acceleratore sul referendum promosso assieme al partito Radicale. “Da luglio torneremo in piazza per raccogliere le firme a sostegno dei sei quesiti referendari sulla Giustizia che depositeremo giovedì 3 giugno”, annuncia il leader leghista Matteo Salvini. Sei i quesiti referendari, tutti destinati a far discutere: si va dalla responsabilità civile dei magistrati all’abrogazione della legge Severino.

(di Michele Esposito/ANSA)

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