CAGLIARI. – Italia sperimentale e fresca di ritiro-relax, ma contro San Marino fa quello che deve fare: sette gol senza subirne nessuno. Impossibile per Mancini stabilire da questa partita se è meglio Cragno o Meret: gli ospiti non hanno mai impegnato i portieri. Ma qualche convinzione in più a pochi giorni dalla compilazione della lista dei 26 ce l’ha.
Ad esempio su Bernardeschi: dopo una partita del genere difficile non portarlo con sè. Partito da destra, Mancini lo ha riproposto intorno al ventesimo un più utile “falso nueve” con dirottamento di Kean sulla fascia. Ne ha giovato tutta la manovra azzurra. E per lo juventino è arrivato anche il gol che ha sbloccato la partita. L’ex viola è stato poi spostato a sinistra con l’ingresso in campo di Belotti. E proprio al bomber del Toro Bernardeschi ha servito l’assist per il quarto gol. Non basta, suo anche l’assist per il secondo gol di Pessina.
Altre note positive: il gol di Ferrari all’esordio. E poi le doppiette di Politano e Pessina. Ma al di là dei gol Mancini ha una certezza. Che chiunque ci sia in campo intensità e schemi sono dogmi che valgono sempre per tutti.
Una festa, ma ora viene il bello perché da lunedì si va a Coverciano. E lì non ci sono piscine e mare della Sardegna. Anche perché gli Europei sono davvero alle porte. Bonucci premiato da Gravina per le cento presenze in Nazionale. Poi inni nazionali, un minuto di raccoglimento per le vittime della tragedia del Mottarone e Burgnich. E si parte.
Alla Sardegna Arena cinquecento spettatori a inviti. E la partita, con una nazionale molto sperimentale e diversi giocatori in campo a rischio taglio, è quella che si aspetta: San Marino compatta dietro con un 4-2-3-1 che diventa 4-5-1 in fase di ripiegamento. E Italia che prova a infilarsi nella doppia barriera predisposta dal tecnico Varrella, ex asistente di Sacchi.
Azzurri più concentrati a cercare schemi e intesa che a trovare la via della rete. Al 31′ il gol di Bernardeschi scatena il diluvio. A conferma della teoria di Mancini che in Nazionale lo juventino fa sempre bene. Intelligente lo spazio che gli trova Castrovilli. Poi Bernardeschi fa il suo con un tiro da fuori. Tre minuti dopo arriva il raddoppio: lo segna l’esordiente Ferrari, chiamato di corsa da Mancini al pre ritiro di Forte Village.
È un tocco di sinistro su corta respinta del portiere avversario. Nella ripresa non c’è proprio più storia: scatenati Politano e Pessina, con un Bernardeschi che corre dappertutto. Per Politano due gol che mettono in difficoltà Mancini. C’è gloria anche per Belotti dopo un doppio triangolo, sempre con Bernardeschi. Alla fine gloria di pochi minuti per Barella, per la prima volta in Nazionale nella sua Cagliari.