Coronavirus in Italia: incidenza sotto la soglia d’allarme, calo ricoveri

Meno stress negli ospedali, ricoveri sotto il livello di guardia
Meno stress negli ospedali, ricoveri sotto il livello di guardia. ANSA / Max Cavallari

ROMA. – L’incidenza dei casi da Covid-19 è scesa finalmente sotto la soglia d’allarme in molte Regioni, attestandosi a 47 per 100mila abitanti, e migliora “notevolmente” il quadro generale dell’epidemia in tutte le Regioni italiane. Si registra infatti un calo dell’indice di trasmissibilità Rt – a 0,72 rispetto allo 0,78 della settimana scorsa – e diminuisce il numero dei ricoverati in ospedale.

I dati dell’ultimo monitoraggio della Cabina di regia confermano, pure questa settimana, un trend in miglioramento, anche se continua a mantenersi alto il bilancio dei decessi che, sia pure con un tasso di mortalità in calo, conta 126 decessi nelle ultime 24 ore.

I numeri segnano dunque da alcune settimane un’evidente inversione di tendenza. Nelle ultime 24 ore, sono stati 3.738 i positivi al test del coronavirus (ieri erano 4.147) e pure le vittime, sempre tante, scendono da 171 a 126. In lieve calo rispetto a ieri pure il tasso di positività, da 1,7% a 1,5%. Va giù il numero degli ospedalizzati: sono 1.142 i pazienti in terapia intensiva per Covid, in diminuzione di 64 rispetto a ieri. Sono invece 7.192 i ricoverati con sintomi nei reparti ordinari, 515 in meno nelle ultime 24 ore.

Anche su base settimanale, l’andamento dei vari parametri che fotografano l’evoluzione dell’epidemia appare rassicurante. L’incidenza scende infatti a 47 su 100mila, mentre si attestava a 66 la scorsa settimana, e gli ospedali sono sempre meno sotto stress. Nessuna regione supera infatti la soglia critica di occupazione dei posti letto in terapia intensiva o area medica: il tasso di occupazione in intensiva è al 15% rispetto al valore del 30% considerato critico (con i ricoverati che passano da 1.689 del 18/05 ai 1.323 del 25/05).

Il tasso di occupazione in aree mediche scende ancora e si colloca al 14% rispetto al valore critico del 40% (i ricoveri in queste aree passano da 11.539 a 8.577). Inoltre, l’Rt medio è inferiore a 1 in tutte le Regioni e dunque sussiste un rischio classificato come ‘basso’ su tutto il territorio nazionale. Un quadro generale positivo secondo il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss) Silvio Brusaferro, che tuttavia rinnova l’invito alla prudenza alla luce della circolazione delle varianti del virus SarsCoV2 anche in Italia.

C’è “una decrescita dell’epidemia in atto in tutti i Paesi europei e in Italia c’è una decrescita in tutte le regioni – ha sottolineato alla consueta conferenza stampa al ministero della salute per illustrare i dati del monitoraggio – . Siamo in varie Regioni a 47 casi su 100mila e questo è un dato positivo poichè è fondamentale raggiungere almeno la quota dei 50 casi per 100mila per poter intervenire sul tracciamento delle varianti e poter aprire in massima sicurezza. Ciò anche se ci sono ancora Regioni con 80 casi su 100mila”.

Scende pure l’età media dei casi, a 39 anni, e cala quella media dei ricoverati: “Il che vuol dire – rileva – che la campagna vaccinale sui più anziani sta dando i suoi frutti, ma si segnala al contempo l’importanza che anche i più giovani si vaccinino perchè non sono esenti dal contrarre l’infezione”.

Si dice “relativamente ottimista” anche il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza. “Pur nella cautela – ha commentato – dobbiamo riconoscere che in questo momento la situazione epidemiologica sta notevolmente migliorando”.

Ed ancora: “Abbiamo di fronte la stagione estiva. Sebbene con virus nuovi non si possano fare previsioni, è anche vero che in genere durante l’estate c’è una sorta di distanziamento sociale naturale, stando di più all’aperto, e quindi possiamo aspettarci una situazione buona. Inoltre, con la prossima vaccinazione ai giovani potremo dare una botta ulteriore a questa epidemia”.

Ma, avverte, “non bisogna abbassare la guardia”. Ciò, soprattutto alla luce della minaccia rappresentata dalle varianti. Secondo l’ultima indagine flash dell’Iss, quella inglese resta dominante ed è rilevata nell’88% dei casi, l’indiana è all’1% e si registra un lieve rialzo per la brasiliana, al 7,3%.

(di Manuela Correra/ANSA)

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