Covid: nel Policlinico di Bari tornano i papà in sala parto

Medici in sala parto.
Medici in sala parto.

BARI. – “Per mesi ho vissuto una sensazione di apprensione mista a rassegnazione, consapevole che molto probabilmente non sarei stato accanto a mia moglie in questo momento. E ora che è successo, so cosa mi sarei perso: una emozione indescrivibile”.

A parlare è Pasquale Crupi, 44enne tarantino, uno dei primi papà che ha avuto accesso alla sala parto del Policlinico di Bari per assistere alla nascita della sua prima figlia, Giorgia.

Per 15 mesi la pandemia ha reso inaccessibile il reparto di ginecologia e ostetricia e centinaia di donne hanno partorito in solitudine. Fino al 18 maggio scorso, quando il Policlinico ha messo a punto una procedura operativa che consente ai partner di entrare in sala parto.

Unici requisiti: la negatività al Covid accertata con un tampone molecolare eseguito entro le 48 ore prima ed essere muniti di dispositivi di protezione. Il protocollo è molto rigido e meticoloso: l’ostetrica prende in carico la paziente in fase di travaglio o nell’imminenza del parto, al ginecologo è affidato il colloquio informativo e nelle procedure di ricovero lo screening dell’accompagnatore che deve compilare un modulo di autocertificazione predisposto dall’azienda ospedaliera, in cui indica anche se guarito da Covid nei sei mesi precedenti o se vaccinato.

Una volta accertato che non ci siano situazioni di rischio di contagio, al partner vengono forniti dal personale infermieristico mascherina ffp2, camice monouso e calzari prima di accedere al blocco parto per assistere alle ultime fasi della nascita.

Così ha fatto ieri Pasquale, ricercatore di chimica in servizio proprio nel Policlinico di Bari. Il neo-papà, con tuta monouso, calzari, doppia mascherina, cuffia e guanti, è entrato in sala parto, ha assistito alla nascita della sua bambina stando accanto alla moglie Tiziana, e ha vissuto anche l’emozione di tagliare il cordone ombelicale.

“Nei mesi di gravidanza – racconta l’uomo – sapevamo che sarebbe stato difficile, perché per le norme Covid a nessuno era permesso entrare in reparto, neanche a chi, come me, era già vaccinato. Abbiamo parlato spesso della possibilità che lei avrebbe vissuto questo momento da sola. Ci abbiamo però sempre sperato e fortunatamente non è andata così, perché il Policlinico ha aperto a questo possibilità. E ora ho coscienza di cosa mi sarei perso, una emozione unica”.

Ad altri due papà in questi giorni è stato consentito accedere in sala parto. “Siamo stati papà fortunati – dice Pasquale – tanti prima di noi non hanno potuto vivere la nostra stessa emozione”.

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