Nuovo partito: nasce ‘Coraggio Italia’ con Toti e azzurri, FI perde pezzi

Una foto presa dal profilo Facebook del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti,
Una foto presa dal profilo Facebook del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, 01 novembre 2020. FACEBOOK GIOVANNI TOTI

ROMA. – Con ventiquattro deputati, in gran parte provenienti dalle file di FI, nasce il gruppo “Coraggio Italia” alla Camera. Una nuova gamba del centrodestra, “popolare, liberale e riformista”, che viene alla luce attingendo a piene mani dal bacino azzurro, con l’obiettivo – neanche troppo nascosto – di costruire una nuova Forza Italia.

Non a caso, durante la presentazione dei ‘coraggiosi’, il politico più citato è proprio lui: Silvio Berlusconi. “Lo ringrazio, ma ora dobbiamo andare avanti, è un altro tempo”, dice senza mezzi termini Luigi Brugnaro, fondatore insieme a Giovanni Toti e presidente della neo formazione.

Il battesimo dei fucsia (così ribattezzati dal colore del logo) crea un altro terremoto in una coalizione già provata dallo scontro sul Copasir e dalle difficoltà di trovare candidati unitari per le amministrative.

Slitta l’incontro sulle comunali previsto nel pomeriggio, forse anche in attesa di alcuni sondaggi, e Forza Italia tuona: “Non parteciperemo ad alcun vertice con chi, violando gli accordi di coalizione ha promosso un’iniziativa fondata sul trasformismo e sul cambio di casacca di parlamentari che, peraltro, non sarebbero stati ricandidati”.

In realtà è la Lega ad annunciare il rinvio della riunione dei leader sulle grandi città per motivi organizzativi e “con l’obiettivo di avere nuovi elementi sui potenziali candidati”. Ma la rivendicazione, arrivata subito dopo da FI, dà alla decisione tutt’altro significato.

L’addio di ben 11 deputati forzisti – Micaela Biancofiore, Felice D’Ettore, Elisabetta Ripani, Stefano Mugnai, Simona Vietina, Matteo Dall’Osso (eletto con i 5s), Guido Pettarin, Cosimo Sibilia, Maria Teresa Baldini, Raffaele Baratto e Marco Marin (il nuovo capogruppo) – unito all’adesione ai fucsia di altri 6 parlamentari già passati al misto ma eletti con FI, irrita non poco i vertici del partito e Silvio Berlusconi.

Anche perché rumors parlano di un pressing sotterraneo sulla ministra Mara Carfagna affinchè crei un movimento analogo al sud (“Coraggio Italia” affonda le sue radici a Nord) con cui federarsi. Qualche malumore c’è anche nella Lega. Resta un giallo il passaggio a “Coraggio Italia” della leghista Tiziana Piccolo. Il suo nome compare nel gruppo parlamentare (ufficialmente di 24 componenti), ma Matteo Salvini rivendica la sua permanenza nel Carroccio: “E’ e sarà una valida e stimata rappresentante della Lega”.

La collega azzurra, Fucsia Nissoli Fitzgerald, che pure figura nell’atto costitutivo della formazione di Toti e Brugnaro (ma non nel gruppo), si dev’essere, invece, sfilata all’ultimo momento: “Sono stata eletta con Forza Italia e dunque resto convintamente con il presidente Berlusconi”, chiarisce in mattinata.

Il braccio di ferro, all’insegna della moral suasion dei leader, avvelena i pozzi nel centrodestra. Non solo. I “coraggiosi” creano qualche grattacapo anche al M5s: una parlamentare (Martina Parisse) più sei ex (di cui uno già passato con gli azzurri) persi e un fascino latente esercitato su diversi pentastellati scontenti. Che – prevede qualcuno – potrebbe concretizzarsi in adesioni in caso il Movimento decidesse per il tetto del secondo mandato.

Il ciclone portato alla Camera potrebbe ben presto arrivare al Senato dove, però, sono ancora sette gli eletti reclutati tra i fucsia (i sei di Cambiamo e l’azzurro Sandro Biasotti). Ma si prevedono nuovi ingressi e il gruppo potrebbe formarsi in una decina di giorni. “Le nostre porte sono aperte”, scandiscono Toti e Brugnaro, strizzando l’occhio in particolare agli ex Cinque Stelle.

“È un progetto che guarda al futuro – spiega il governatore della Liguria -. I parlamentari arrivano da tante storie diverse e ciò vuol dire che questa può essere la casa di tante persone con diverse sensibilità. Se domani mattina Forza Italia ha voglia di sedersi a discutere è benvenuta. Io avevo proposto un partito unico di centrodestra….ma qualcuno la finisca di mettere blocchi o veti per interessi personali ad un centrodestra che si vuole riformare”.

Quanto alla collocazione in maggioranza, non vi sono dubbi: “Questo è il governo del migliore – si sbilancia Marin – e merita di andare avanti”.

(di Paola Lo Mele/ANSA)

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