Vent’anni fa Proyecto Cumbre sventola la bandiera del Venezuela sull’Everest

Vent'anni fa, Proyecto Cumbre raggiungeva la cima dell'Everest.

CARACAS – Il 23 maggio 2001 alle 10:30 del mattino, l’alpinismo venezuelano scrisse una pagina importante: in quella data gli esploratori Marcus Tobia e José Antonio Delgado raggiunsero la cima dell’Everest.

“Sono stati anni di lavoro in gruppo, sognando questa vetta, fortunatamente la cima é stata raggiunta da noi due e stiamo scendendo sani e salvi, che é la cosa più importante. La vera cima é nel campo base, quando arriveremo sani e salvi” disse in quel momento Martín Echeverría in un comunicato stampa.

Oltre a Tobías e Delgado, facevano parte di questo gruppo: Martín Echeverría, Marco Cayuso, Carlos Caldera e Carlos Castillo.

La storia di questi ragazzi sognatori era iniziata nel 1989, quando scalarono la cima dell’Aconcagua (6.960 metri), in Argentina.

Nel 1998, salirono sul monte McKinley (6.192 m) negli Stati Uniti. Nel mese di gennaio 2000 salirono sul famoso Kilimanjaro (5.984 m) in Tanzania, e un anno dopo, salirono sulla mecca degli amanti delle scalate: gli 8.848 metri dell’Everest.

Sull’onda della scalata della vetta più alta del mondo decisero di fare le sette cime più alte. Nell’agosto 2002, fu la volta dell’Elbrus (5.642 m) in Europa e nel mese di diciembre dello stesso anno il Vinson (4.897 m), nell’Antartide.

Nel luglio 2006, durante l’ascesa del Nanga Parbat, in Pakistán, José Antonio Castillo, uno dei membri di Proyecto Cumbre perse la vita. Lo sportivo rimase intrappolato nella montagna il suo corpo fu poi ritrovato e sepolto nello stesso posto.

(di Fioravante De Simone / redazione Caracas)

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