La Cei preoccupata per il lavoro: “Non si chiuda l’ombrello della protezione”

Manifestazione sul lavoro. Immagine d'archivio.
Manifestazione sul lavoro. Immagine d'archivio. (Ansa)

ROMA. – La preoccupazione per il lavoro a rischio, se si sbloccano i licenziamenti, e l’appello a sfruttare al meglio le risorse del Recovery, arrivano dall’assemblea dei vescovi in corso a Roma. L’ipotesi di consentire alle aziende di licenziare potrebbe mettere in crisi migliaia di famiglie e per questo la Conferenza Episcopale Italiana chiede che non si chiuda l’ “ombrello” della protezione.

Ma l’appello alla politica riguarda anche il ddl Zan con il cardinale presidente, Gualtiero Bassetti, che chiede di evitare “forzature” e di aprirsi invece al dialogo. C’è anche la questione migranti per la quale si auspica una maggiore assunzione di responsabilità da parte dell’Europa. Infine non manca la battuta per chi auspica il sacerdozio delle donne. Il riferimento è ad Enrico Letta e il vicepresidente Cei, mons. Franco Giulio Brambilla, lo liquida con due parole: “Povera stella…”.

Scalda i motori dunque l’assemblea dei vescovi che a causa della pandemia non si teneva da due anni. Al centro l’avvio del “cammino sinodale”, ovvero il coinvolgimento dei cattolici dal basso per disegnare le vie da percorrere per la nuova Chiesa italiana. Una decisione sollecitata, cinque anni fa, da Papa Francesco, e una risposta che arriva oggi.

Ma è Bassetti a far capire che non erano resistenze al Pontefice, come diversi osservatori in questi avevano sottolineato; “La Chiesa che è in Italia, la nostra Chiesa, le nostre Chiese, non è mai stata e mai sarà in contrapposizione a Pietro, al suo magistero, alla sua parola”, ha ribadito. Poi lo sguardo sull’Italia alle prese con la pandemia e la necessità di rinascere, soprattutto economicamente.

“Non si può chiudere improvvisamente l’ombrello”, ha detto parlando dell’ipotesi dello sblocco dei licenziamenti, il vicepresidente della Cei Brambilla. Dopo “il duplice ombrello, l’impossibilità dei licenziamenti e gli ammortizzatori sociali”, “bisogna immaginare un’uscita graduale”. “Con tutti i soldi spesi fino adesso, chiudere improvvisamente l’ombrello farebbe galleggiare, scusate l’espressione, molti morti”, ha aggiunto.

Sul ddl Zan il card. Bassetti conferma la sua linea aperturista: “Ribadiamo come ci sia ancora tempo per un dialogo aperto per arrivare a una soluzione priva di ambiguità e di forzature legislative”. Ma l’assemblea dell’episcopato è divisa tra coloro che appoggiano questa linea della presidenza e coloro che invece vorrebbero vedere affossato il progetto.

Sui migranti con i ‘corridoi umanitari’ e gli arrivi nel nostro Paese in sicurezza, dove la Cei è da anni impegnata, dimostrano, per Bassetti, che “è possibile un’alternativa agli ingressi irregolari e alle morti in mare, su cui un giorno sarà severo e inappellabile il giudizio di Dio: ‘Dov’è tuo fratello?'”.

Nell’assise poi si fanno sentire le voci “accorate” dei vescovi siciliani. L’assemblea di oggi si è aperta con 14 secondi silenzio, tanti quanti le vittime, per commemorare la tragedia della funivia Stresa-Mottarone. I lavori dell’assemblea proseguiranno domani e fino al 27 maggio.

(di Manuela Tulli/ANSA)

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