Covid Argentina: 9 giorni di lockdown per le zone a rischio

Una signora esce dall'aeroporto di Buenos Aires.
Una signora esce dall'aeroporto di Buenos Aires. (ANSA/EPA)

BUENOS AIRES. – Il presidente argentino Alberto Fernández ha annunciato ieri sera che da domani al 30 maggio saranno sospese tutte le attività non essenziali nelle zone ad alto rischio o di allarme epidemiologico, per cercare di piegare la curva dei contagi e delle morti per coronavirus.

In un discorso dalla Casa Rosada presidenziale a reti unificate, Fernández ha sostenuto che “stiamo vivendo il peggiore momento da quando è cominciata la pandemia”, rivolgendo poi un appello alla popolazione a prendere coscienza del “momento critico che stiamo attraversando”.

Il capo dello Stato ha aggiunto che “questo non è un momento per fare speculazioni”, chiedendo che come argentini “dobbiamo unirci per superare questa catastrofe”.

In base al nuovo provvedimento, che inasprisce quello già in vigore per decreto da varie settimane, Fernández ha chiarito che nei nove giorni a venire “sono sospese tutte le attività sociali, ricreative, economiche ed educative in presenza nelle zone ad alto rischio”, fra cui Buenos Aires, la sua provincia immediata, ed alcune grandi città argentine.

Fernández ha anche affermato, intervenendo al Vertice mondiale sulla salute, organizzato dalla presidenza italiana del G20, che “è fondamentale garantire a tutti i Paesi un accesso equo e solidale a vaccini e medicinali”.

In questo senso Fernández ha osservato che “i gravi squilibri esistenti nella disponibilità di medicinali e vaccini rappresenta un atto ingiusto, altamente immorale e contrario agli interessi della comunità internazionale nel suo insieme”.

Il capo dello Stato argentino, che interveniva in video dalla Casa Rosada presidenziale di Buenos Aires, ha sottolineato poi che c’è “un impatto negativo sproporzionato sui Paesi in via di sviluppo e sulle popolazioni più vulnerabili” delle “gravi conseguenze sanitarie, economiche e sociali” causate dalla pandemia. Ha quindi chiesto che “i risultati scientifici senza precedenti che sono stati raggiunti (nella produzione dei farmaci immunizzanti) possano giovare a tutti”.

É necessario, ha infine detto, “rivedere e aggiornare l’architettura sanitaria globale al fine di condividere le conoscenze, condurre ricerche congiunte e promuovere la partecipazione dei Paesi in via di sviluppo nelle reti scientifiche internazionali”.

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