Con Covid 5,2 milioni ore cassa integrazione ma calo 68% ad aprile

Sede dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale.
Sede dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. (ANSA)

ROMA. –  Diminuiscono ad aprile le richieste all’Inps per l’autorizzazione della cassa integrazione grazie alle riaperture seguite alla stretta di marzo: nel mese, secondo l’Osservatorio Inps sulla cassa integrazione, le ore autorizzate per emergenza sanitaria sono state 193,7 milioni con un calo del 68,8% sui 620,5 milioni registrati a marzo quando la gran parte dell’Italia era in zona rossa con negozi e locali chiusi e obbligo dell’autocertificazione per uscire di casa.

Dall’inizio della pandemia comunque (ad aprile 2020 sono state autorizzate le prime ore con causale Covid)  le ore autorizzate sono state 5,2 miliardi, circa quattro volte quelle nell’anno peggiore della crisi economica (quasi 1,2 miliardi nel 2010).

Il dato definitivo si avrà però solo con il tiraggio, ovvero l’uso effettivo delle ore autorizzate, che nel 2020 è stato pari al 40%. Se si guarda al complesso della cassa integrazione, quindi non solo a quella per emergenza sanitaria, le ore chieste ad aprile sono state 204 milioni.

I segnali sul lavoro sembrano quindi di timida ripresa a partire da un calo a marzo delle richieste di disoccupazione.  Nel mese sono state 88.404 con un calo del 38,7% mentre nei primi tre mesi le richieste di Naspi e Discoll sono state 326.293 con una riduzione del 25,1% sullo stesso periodo del 2020.

Segnali di miglioramento arrivano anche dall’Osservatorio sul precariato : se le assunzioni in due mesi sono state appena 835.000, in calo del 28% sul 2020, quando però non era ancora scoppiata la pandemia,  le cessazioni da contratto sono state 628.597 con un calo ancora più consistente (-34,12%),. Questo ultimo dato è legato al blocco dei licenziamenti per quanto riguarda i rapporti a tempo indeterminato e alla riduzione dei contratti a termine causata dalla stretta sulle attività per fronteggiare l’epidemia.

Il saldo complessivo tra assunzioni e cessazioni è stato quindi positivo per 206.476 rapporti di lavoro, oltre il 40% dei quali a tempo indeterminato. Nei primi due mesi, infatti, la variazione netta dei contratti stabili (assunzioni più trasformazioni meno cessazioni) è stata di 84.231 unità.

La tendenza è positiva anche si si guarda al saldo annualizzato. A febbraio la differenza tra i flussi di assunzioni e cessazioni negli ultimi dodici mesi che identifica  la variazione tendenziale delle posizioni di lavoro  si è fissata a quota -123.688, in miglioramento rispetto ai -137.613 di gennaio.

Il dato è il risultato di valori negativi per i contratti a termine e per gli altri rapporti precari e di un saldo positivo per quelli a tempo indeterminato (+219.559).

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