Elezioni comunali: asse Pd-M5s a Napoli, centrodestra alla stretta finale

Guido Bertolaso alla conferenza stampa sulla vaccinazione massiva e il nuovo sistema di prenotazione di Poste Italiane a Palazzo Lombardia a Milano
Guido Bertolaso alla conferenza stampa sulla vaccinazione massiva e il nuovo sistema di prenotazione di Poste Italiane a Palazzo Lombardia a Milano, 1 aprile 2021.ANSA/Mourad Balti Touati

ROMA. – Un centrodestra in affanno sulle candidature nelle grandi città cerca la stretta finale in settimana. L’incontro al vertice tra Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani per chiudere la partita incrociata delle amministrative è atteso a metà settimana, ma nulla è ancora definito e c’è chi scommette che, se lo stallo prosegue, slitterà ancora. L’urgenza di chiudere, però, è viva nei tre partiti che intensificano i contatti in vista di mercoledì, quando si riunirà nuovamente il tavolo degli enti locali.

Nel campo avversario, invece, i giallorossi chiudono l’intesa a Napoli dove correranno insieme già al primo turno: in pole c’è la candidatura dell’ex ministro Gaetano Manfredi. A Milano, archiviata l’ipotesi di Gabriele Albertini, il confronto tra Lega, FdI e FI sarà su Maurizio Lupi e altri civici come il manager Riccardo Ruggiero.

A Roma, invece, la suggestione di Guido Bertolaso sindaco non tramonta. Anzi, il coordinatore azzurro Tajani scommette: “Siamo convinti che con lui andremo al ballottaggio e vinceremo”.

Nel capoluogo lombardo il profilo dell’ex ministro Maurizio Lupi, milanese doc, “ha un unica pecca: non è quella figura civica che si stava cercando”, sottolinea più di una fonte nella coalizione. Tra gli altri nomi in ballo il manager Ruggiero e il capo comunicazione di Bayer Italia Fabio Minoli (lanciato da Albertini).

Nella Capitale, il centrodestra continua a sperare in un ripensamento di Bertolaso, che più volte ha detto “no grazie”, ma – evidentemente – non ha ancora convinto i suoi suoi sostenitori. Anche perché un vero piano B o non c’è o, nella migliore delle ipotesi, è meno convincente.

Nell’incertezza imperante, rispunta l’idea di candidare la senatrice Giulia Bongiorno. L’ipotesi era stata già ventilata in passato ed era tramontata, ma ora tra i partiti c’è chi ne riparla. In alternativa, sarebbe pronto il senatore forzista Maurizio Gasparri. Fatto sta che tra veti incrociati, equilibri politici e competizioni sotterranee, comporre il puzzle delle candidature unitarie si sta rivelando più difficile del previsto.

In fase più avanzata le proposte di democratici e pentastellati che hanno siglato un accordo sul capoluogo partenopeo: il già ribattezzato patto di Posillipo. “Abbiamo suggellato un ambizioso patto per le prossime amministrative. Il Movimento e il Pd correranno insieme, partendo dai temi e dall’ascolto dei cittadini. Adesso avanti, scegliamo un nome valido per la città di Napoli”, esorta il ministro Luigi Di Maio.

Manfredi resta il nome più accreditato per la corsa a sindaco, ma resiste anche quello del presidente della Camera Roberto Fico, o – in terza battuta – del sottosegretario Enzo Amendola. Matteo Renzi guarda alle città dove il matrimonio non è riuscito e attacca: “Il Pd e il MoVimento 5 Stelle hanno parlato per mesi di accordo ma non riescono a farlo. E Roma è il simbolo di questo fallimento”.

Nella Città Eterna, in realtà, è diviso anche il centrosinistra: da una parte c’è Carlo Calenda sostenuto da Iv, dall’altra l’ex ministro Roberto Gualtieri che correrà alle primarie in quota dem. Si allarga la platea dei partecipandi alla consultazione cittadina del 20 giugno: oltre all’ex pentastellata Cristina Grancio (ora nei socialisti), vi potrebbero prendere parte anche il deputato di LeU Stefano Fassina e, più a sinistra, un’altra donna rappresentante della comunità Lgbt.

Se a Roma, Torino e Milano la partita delle convergenze giallorosse si riaprirà, forse, ai ballottaggi, le chance di un’alleanza al primo turno salgono anche a Bologna dove i 5 stelle hanno teso la mano a Matteo Lepore, candidato dem alle primarie.

(di Paola Lo Mele/ANSA)

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