Draghi detta la road map e frena le fughe in avanti

Il presidente del Consiglio Mario Draghi in una foto d'archivio.
Il presidente del Consiglio Mario Draghi in una foto d'archivio. (Ufficio Stampa e Comunicazione Presidenza del Consiglio)

ROMA. – Aprire sì, ma con gradualità. Fedele alla linea scelta, Mario Draghi lascia poco margine di discussione nella cabina di regia sul Covid a Palazzo Chigi. Il premier interviene dopo gli esperti Silvio Brusaferro e Franco Locatelli, che illustrano i dati in netto miglioramento sia sul fronte della campagna vaccinale che su quello dei contagi.

Sono proprio questi dati, i numeri crescenti di vaccinati e il rispetto da parte dei cittadini delle restrizioni proseguite ancora questo mese, a consentire nuove riaperture: è questa la premessa da cui Draghi parte per illustrare ai suoi ministri le proposte, punto su punto. Si tratta di proposte frutto di un lavoro preparatorio: un confronto informale, nei giorni scorsi, c’è stato tra il premier e gli esponenti del governo.

Giancarlo Giorgetti prova, in cabina di regia, a proporre di far di più sul coprifuoco, i ministri leghisti lo ripetono anche in Cdm. Ma non c’è ‘conflitto’: il via libera è unanime, alla fine tutti dichiarano soddisfazione. Al tavolo della cabina di regia che alle 16 si riunisce a Palazzo Chigi siedono i rappresentanti di partiti che negli ultimi giorni hanno intensificato il pressing – anche sui media – per aperture più coraggiose da subito.

Ma Draghi prosegue sulla linea tracciata: gradualità e ancoraggio ai dati, anche perché è il metodo delle aperture ragionate e in sicurezza – osservano a Palazzo Chigi – si è rivelato finora efficace. Segna un passo avanti non indifferente, sottolineano le stesse fonti, la proposta di un progressivo allentamento del coprifuoco fino alla cancellazione il 21 giugno.

Quando il premier la presenta, Giancarlo Giorgetti prova a obiettare che, visti i dati, si può modulare diversamente la proposta: chiudere i locali alle 23, ma consentire fino alle 24 il rientro a casa e poi eliminare il coprifuoco dal primo giugno. Elena Bonetti suggerisce di fissare il coprifuoco alle 24 in settimana e alle 23 nel weekend. Ma Draghi tiene la linea e Giorgetti, raccontano fonti presenti all’incontro, si trova isolato nel chiedere modifiche.

Da “fuori” Giorgia Meloni punta il dito contro un coprifuoco che definisce “liberticida”. Ma quando i ministri leghisti si riuniscono con Matteo Salvini, si decide di guardare il bicchiere mezzo pieno: nelle zone bianche si potrà aprire tutto subito e i ristoranti a giugno riapriranno al chiuso, le richieste di modifica appaiono di dettaglio. E il confronto in maggioranza si chiude in fretta, il via libera è unanime.

C’è chi tra i presenti alla cabina di regia osserva che l’annunciata resistenza leghista non è stata né dura, né prolungata. E alla fine per Palazzo Chigi il bilancio è positivo: soddisfatto Roberto Speranza, che vede accolte molte sue proposte, soddisfatto Enrico Letta, che parla di aperture irreversibili. Lo strappo della Lega al Consiglio dei ministri che varò l’ultimo decreto sulle misure anti-Covid sembra già un ricordo. Per Maria Stella Gelmini c’è stato grande buonsenso, Elena Bonetti sottolinea che il metodo Draghi porta risultati.

Anche nel Movimento 5 Stelle, dove fino a qualche settimana era prevalente la linea della prudenza, emerge una netta soddisfazione. “Abbiamo agito guardando ai fatti e senza propaganda”, spiega una fonte vicina ai vertici pentastellati mentre Stefano Patuanelli rimarca la richiesta, da parte del Movimento, di portare a un anno la validità del pass vaccinale. Si discute sui dettagli, questa volta senza strappi.

(di Serenella Mattera e Michele Esposito/ANSA)

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