Londra al G7, uniti contro le fake news di Russia e Cina

Il Segretario di Stato Usa, Antony Blinken in una foto d'archivio.
Il Segretario di Stato Usa, Antony Blinken in una foto d'archivio. EPA/MELINA MARA / POOL

ROMA. – Uniti contro le fake news che arrivano da Mosca e Pechino. A indicare i convitati di pietra della prima riunione del G7 in presenza dopo un anno e due mesi di pandemia è la padrona di casa: la Gran Bretagna. Che alla vigilia del summit dei ministri degli Esteri lancia la proposta di un meccanismo per bloccare propaganda e fake news provenienti da Russia e Cina reagendo in modo coordinato e creando una rete di paesi a tutela del libero mercato, dei diritti umani e della democrazia.

La proposta arriva dal ministro degli Esteri britannico Dominique Raab, nel momento di massima tensione tra la maggior parte dei membri del G7, Mosca e Pechino. Una tensione che ha raggiunto il suo apice con il divieto di ingresso in Russia per otto alti funzionari di Bruxelles, tra i quali il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, per rappresaglia contro le sanzioni Ue per il caso Navalny.

Un intervento a gamba tesa che ha indignato tutti i membri del summit (Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito, Stati Uniti) e che si va a sommare alle tensioni bilaterali. Basti pensare ai rapporti tesissimi tra Washington e Mosca, con il presidente Usa Joe Biden che ha definito Vladimir Putin “un assassino”. E quelli ancora molto freddi, nonostante un’apertura sul clima, che gli Usa continuano ad avere con Pechino. La Gran Bretagna stessa ha definito la Russia la più grande minaccia alla sicurezza.

E gli attacchi non solo sul tema dei diritti umani. E’ di appena due giorni fa il monito dell’Unione europea, che partecipa al G7, sulla “svolta autoritaria intrapresa dalla Cina” e la dura critica a Pechino come a Mosca per la gestione dei vaccini anti-covid, “con un’azione di manipolazione per minare la fiducia nei vaccini prodotti in occidente per promuovere i propri”.

Di fronte a questo quadro la proposta di Raab è di creare un meccanismo che faccia scattare la reazione di tutti i paesi di fronte a una fake news, in modo tale che “quando vengono diffuse bugie, propaganda o notizie false possiamo reagire insieme e ripristinare la verità non solo per la gente di questo Paese, ma anche in Russia e Cina”.

Ma non solo: il lavoro che propone Londra è anche diplomatico e geopolitico, approfittando del primo vertice – finalmente – faccia a faccia. Perché la diplomazia, via zoom, non può funzionare, assicura Raab, che pur di organizzare il vertice in presenza ha previsto un tampone al giorno per i ministri degli Esteri.

L’idea di Londra è quella di creare una rete sempre più ampia di paesi, compatti nella difesa dei mercati e della democrazia. Non è un caso che il G7 esteri di domani, così come il vertice dei leader che si terrà a luglio a Carbis Bay, sarà esteso a India, Australia e Corea del Sud come nazioni ospiti. Tutti paesi asiatici, tutti paesi che hanno la Cina come concorrente.

Sul tavolo del vertice di Londra ci saranno i principali temi di politica internazionale, dall’Afghanistan al dossier iraniano, dagli sviluppi in Ucraina e Bielorussia ai Balcani Occidentali.

Sarà poi il ministro degli esteri Luigi Di Maio ad introdurre il tema della Libia, confermando l’impegno dell’Italia a sostegno della stabilizzazione del Paese. Così come porterà sul tavolo il dossier siriano, sottolineando il supporto di Roma all’azione dell’Inviato Speciale Onu Pedersen.

Il titolare della Farnesina sottolineerà anche l’impegno dell’Italia, Presidente del G20, nel contrasto all’impatto sempre più grave dei cambiamenti climatici, soprattutto a favore dei Paesi più vulnerabili e a sostegno di una ripresa economica sostenibile che coniughi adattamento e resilienza.

(di Paola Tamborlini/ANSA)

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