Covid cambia l’Italia, uno su cinque ha problemi economici

Una famiglia a passeggio sulla scalinata di piazza di Spagna nel centro di Roma ancora in zona gialla,
Una famiglia a passeggio sulla scalinata di piazza di Spagna nel centro di Roma ancora in zona gialla, 7 marzo 2021. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

ROMA. – Un italiano su 5 ha avuto difficoltà con mutui e bollette, uno su 10 ha dovuto fa ricorso ad aiuti economici, o perfino vendere casa. La metà dei cittadini è pessimista sulla situazione economica nel breve periodo. E se il clima in casa resta positivo, aumenta chi, rispetto ad aprile scorso, segnala una convivenza difficile.

In un’indagine sui comportamenti dei cittadini durante la seconda ondata, dal 12 dicembre 2020 al 15 gennaio 2021, l’Istat ha analizzato l’impatto del Covid sulla vita quotidiana. Negli ultimi mesi gli italiani si sono mostrati “resilienti”, aggrappandosi alla famiglia, contando su una “rete” in caso di necessità, ma più passano i mesi, più il peso della pandemia si fa sentire.

Per il 20,5% le condizioni economiche sono peggiorate rispetto al periodo precedente l’emergenza sanitaria, in media soprattutto tra le persone di 25-44 anni (26,7%), e al Sud (24,7% a fronte del 16,6% del Centro). L’8,6% della popolazione ha fatto richiesta di aiuti pubblici (come bonus e reddito di emergenza), il 3,6% ha ricevuto denaro in regalo da parenti o amici, lo 0,7% ha messo in vendita beni di proprietà (gioielli, automobili, appartamenti).

Undici milioni di persone non sono riuscite a far fronte a impegni economici come pagare il mutuo, le bollette, l’affitto, tra questi oltre tre milioni hanno incontrato problemi nell’affrontare le spese alimentari durante la seconda ondata. Il peso è soprattutto per gli adulti under 55: si passa dal 28,5% dei 35-54enni al 14,6% degli ultrasessantaquattrenni. E al Sud: circa un cittadino su 10 non è riuscito a pagare le rate di un mutuo. Ma almeno in casa il clima resta positivo per la grande maggioranza.

“La resilienza delle relazioni familiari”, spiega l’Istat è confermata dai giudizi espressi. La convivenza, spesso forzata, nella gran parte dei casi non ha prodotto effetti. Il 93,1% definisce buoni (49,1%) o ottimi (44,0%) i rapporti nel nucleo familiare. Sono invece peggiorati per il 3,2% della popolazione (era 2,6% ad aprile 2020): si tratta di un milione di persone per le quali la pandemia ha messo a dura prova la convivenza.

Lo stesso vale per le coppie: in generale resistono bene al Covid (per 8 su 10 va bene, come prima), ma per poco meno di una persona su 10 la situazione appare critica perché il rapporto era già difficile o perché è peggiorato a causa di maggiori incomprensioni (per il 2,5%) se non persino di forti e più frequenti litigi (2,1%).

Senz’altro poi il virus ha cambiato le amicizie, con meno incontri e più telefonate: il 61,4% vede gli amici con minore frequenza, il 36,7% li sente più frequentemente. Ma, almeno, oltre nove persone su 10 possono contare sull’aiuto di qualcuno che sia un parente, un amico o un vicino.

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