Lisbona prima su Recovery, Ue attende gli altri piani

Il commissario europeo di economía Paolo Gentiloni.
Il commissario europeo di economía Paolo Gentiloni. ANSA/GIUSEPPE LAMI

BRUXELLES. – É stato tra i primi a cominciare il lavoro di preparazione ed è il primo a consegnare il suo compito finito alla Commissione europea. Il Portogallo, presidente di turno della Ue, apre ufficialmente la corsa alla presentazione dei piani di rilancio, e punta ad essere anche il primo a ricevere i fondi del Recovery.

Se tutto andasse come previsto, entro luglio potrebbe vedere già il prefinanziamento, ovvero il 13% dei 13,9 miliardi di euro di sovvenzioni e 2,7 miliardi di prestiti che ha richiesto. Gli altri 27 Paesi Ue hanno ancora fino a fine mese per consegnare i loro piani, ma sui tempi di sblocco delle risorse europee ancora non c’è certezza.

La legislazione necessaria ad attivare il Recovery debe ancora essere ratificata da tutti i governi, e potrebbe richiedere almeno un altro mese. A ratifica terminata, la Commissione potrà andare sui mercati a raccogliere i 750 miliardi di euro necessari a finanziare il piano pluriennale. L’attesa di tutti è che riesca a reperire le risorse entro luglio, in tempo per distribuire alcuni fondi prima della pausa estiva.

Il reperimento delle risorse procederà parallelamente al processo di approvazione dei piani. “La presentazione del piano portoghese per il Recovery segna l’inizio di una nuova fase per ricostruire meglio la nostra economia europea. Nelle prossime settimane riceveremo e valuteremo i piani di quasi tutti i Paesi dell’Unione trasformando Next Generation EU in realtà”, ha detto il commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, plaudendo alla rapidità del governo di Lisbona. Ma non è detto che chi arrivi prima ottenga i fondi con maggiore rapidità. Tutto dipende da quanto impiegherà la task force della Commissione Ue a valutare le misure.

Non è un processo facile, e non dipende soltanto dalla qualità dei piani. Nel caso portoghese, ad esempio, Bruxelles ha spiegato di aver lavorato a stretto contatto con Lisbona alla preparazione del programma. Ha “fornito raccomandazioni per affrontare i problemi principali” dell’economia portoghese, e per evitare che contenesse misure “problematiche”, ha detto un portavoce europeo.

Ora che il piano è stato consegnato, la Commissione deve valutarlo seguendo i criteri contenuti nel regolamento. Oltre a rispettare la ripartizione dei finanziamenti (37% sugli interventi verdi e 20% sul digitale), dovrà ad esempio esaminare se rappresenti una risposta bilanciata alla situazione sociale ed economica del Paese, se affronta le raccomandazioni europee in materia di riforme, se aumenta il potenziale di crescita economica e crea occupazione.

Bruxelles ha due mesi per passare in rassegna le misure e trasformarle in un atto legalmente vincolante, ovvero dovrà stendere una proposta da inviare al Consiglio per l’approvazione finale. L’ultima parola su ogni piano l’avranno infatti i 27 governi, che dovranno esprimersi entro quattro settimane.

La stesura della proposta è la parte considerata più delicata: è il documento che incorpora gli impegni del governo su riforme e investimenti, fissa gli obiettivi finali e le tappe intermedie che fanno sbloccare ogni tranche di fondi. In pratica è la road map in base alla quale i Paesi verranno giudicati di volta in volta sul raggiungimento dei target. “Il futuro degli esborsi sarà basato su questi atti legali”, sottolinea un portavoce della Commissione.

(di Chiara De Felice/ANSA).

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