Bankitalia: avanti coi sostegni ma attenti al debito

Un ristoratore di fronte al suo negozio a Roma.
Un ristoratore di fronte al suo negozio a Roma. (ANSA)

ROMA. – Il sostegno a famiglie e imprese resta “essenziale” fino a che non si vedrà l’uscita dalla pandemia. E, se la campagna vaccinale procederà senza intoppi, ci sono buone chance di una “ripresa significativa” nella seconda parte dell’anno.

La Banca d’Italia dà la sua lettura del nuovo programma economico del governo contenuto nel Def e ricorda che non bisogna abbassare l’attenzione sul debito che, se si stabilizzasse su livelli molto elevati, potrebbe complicare il percorso di uscita dalla crisi.

A puntare il dito sul debito monstre, il più alto degli ultimi 100 anni, è anche la Corte dei Conti che vede ancora “molto stretto” il cammino della finanza pubblica, dopo le risorse straordinarie messe in campo per fronteggiare l’emergenza Covid.

Il quadro resta incerto, avvisano le due istituzioni, e proprio per questo non bisogna interrompere gli aiuti all’economia, a partire dalla liquidità delle imprese che mette a rischio, altrimenti, “anche le imprese sane”.

Il governo, assicura però il ministro dell’Economia Daniele Franco, è ben consapevole che “la ripresa passa dalle imprese” e sta mettendo “il massimo impegno” per garantire una ripartenza “sostenuta, rapida e duratura”, quanto più si riuscirà a spingere sugli investimenti e sul miglioramento del “contesto” e “dell’assetto regolamentare in cui si svolge l’attività di impresa! .

Un elemento “chiave” sarà il Recovery Plan e le riforme che saranno attuate in questo quadro, da quella della pubblica amministrazione a quella della giustizia civile e, pure, della giustizia tributaria.

Per rivedere le regole del contenzioso tributario, e tagliare i tempi di ricomposizione delle controversie, insieme a Marta Cartabia, il ministro ha insediato una commissione ad hoc che dovrà produrre indicazioni nei prossimi mesi per ridurre una mole enorme di contenzioso che rappresenta ancora il 42% dell’arretrato complessivo della Corte di Cassazione.

Insieme a un ambiente più favorevole agli investimenti, cruciale sarà anche la gestione delle politiche attive per il lavoro, chieste sia dalle imprese che dai sindacati, mentre lo sblocco dei licenziamenti è alle porte.  “Dal 1 luglio per tutto il settore industriale e delle costruzioni ci sono centinaia di migliaia di posti di lavoro che potrebbero essere a rischio”, avverte il segretario della Cgil Maurizio Landini.

Il sindacato, compatto, chiede la proroga del blocco generalizzato almeno fino a ottobre, per avere il tempo di chiudere l’intesa sulla reforma degli ammortizzatori. Il pressing trova sponda anche in Parlamento, dove il Movimento 5 Stelle ha presentato emendamenti al decreto Sostegni – all’esame del Senato – proprio per prolungare il divieto di licenziare fino a fine ottobre.

L’orientamento del governo sarebbe però quello di mantenere la road map tracciata fin qui, e avviare l’uscita dal blocco a partire da luglio, accompagnandola a un rafforzamento delle mpolitiche attive. Sul tavolo alcuni degli strumenti già operativi, dall’assegno di ricollocazione al Fondo nuove competenze, pensato proprio per migliorare “l’occupabilità” dei lavoratori e facilitare i passaggi da un posto all’altro che la crisi renderà inevitabili.

L’accesso al Fondo è stato richiesto finora da 2202 aziende per oltre 169mila lavoratori e quasi 17 milioni di ore di formazione, mostrando di essere “uno strumento molto potente per le imprese che vogliono valorizzare le proprie risorse umane ed essere pronte alla ripartenza dopo un anno di crisi”, osserva il sottosegretario al Lavoro Rossella Accoto.

Al ministero domani Andrea Orlando vedrà le parti sociali proprio per affrontare il nodo della fine del blocco dei licenziamenti per le grandi imprese previsto alla fine di giugno e poi sulla riforma degli ammortizzatori sociali. Intanto nel nuovo decreto Imprese assicura che ci sarà un pacchetto lavoro con risorse aggiuntive per il “funzionamento e potenziamento dei centri dell’impiego” e una “Industria Academy” per connettere aziende e forza lavoro. Mentre di un ‘tagliando’ al decreto Dignità per valutare l’efficacia delle regole sui contratti a termine si parlerà, sì, ma in un secondo momento.

(di Silvia Gasparetto/ANSA).

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