Landini: “É momento di vaccinare, non di licenziare”

Il segretario della CGIL, Maurizio Landini. Alle sue spalle video di operai della Whirpool con uno striscione.
Il segretario della CGIL, Maurizio Landini. Alle sue spalle video di operai della Whirpool con uno striscione. (ANSA)

ROMA.  – “Oggi è il momento di vaccinare i lavoratori e le lavoratrici, non di licenziarli”: il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, insiste sulla proroga del blocco dei licenziamenti, la cui fine già dal primo luglio potrebbe dare il via alle prime procedure, come nel caso di Whirlpool.

“É comprensibile la preoccupazione delle organizzazioni sindacali che guardano con timore alla scadenza della fine di giugno”, commenta il ministro del Lavoro, Andrea Orlando: “Credo che prima di quel passaggio sia necessario produrre un confronto con le forze sociali per capire quali siano gli ulteriori strumenti che accompagnino lo sblocco dei licenziamenti, per distinguere gli interventi” tra i settori in crisi “congiunturale” per il Covid e “i settori dove la crisi rischia di perdurare magari perché esisteva già prima del virus”.

In questa fase, rimarca Landini, bisogna “dare un messaggio di sicurezza, altrimenti il disagio e la rabbia rischiano di aumentare”. E nel frattempo avere il tempo per portare avanti la riforma degli ammortizzatori sociali, così da garantire uno strumento universale di protezione per tutti i lavoratori, in tutti i settori, è la posizione di Cgil, Cisl e Uil.

Il blocco dei licenziamenti scadrà il 30 giugno per le imprese che possono fruire della cig ordinaria e per tutte le altre, le più piccole, il 31 ottobre. Data a cui almeno uniformare la scadenza generalizzata, come chiesto da Landini, in vista dell’iter parlamentare sul decreto Sostegni con una modifica in questo senso.

Il tema resta comunque al centro della richiesta di confronto con il premier Mario Draghi. “Siamo in attesa di essere convocati dal presidente del Consiglio per discutere di occupazione e investimenti” con l’utilizzo delle risorse del Recovery plan, afferma ancora il numero uno della Cgil, “dovremmo essere convocati nei prossimi giorni”. Landini precisa che “non stiamo pensando di mantenere a vita il blocco” ma serve del tempo perché “in questi mesi dobbiamo discutere di come creare lavoro”.

Da questo passa la sfida “per la ripartenza”, sottolinea il leader della Cisl, Luigi Sbarra: “Ci aspettiamo dal premier un segnale di attenzione sulle richieste del sindacato, per affrontare l’emergenza economica e sociale con lo stesso metodo che ha contraddistinto gli accordi positivi sulla Pa ed i nuovi protocolli per la sicurezza e le vaccinazioni nei luoghi di lavoro”.

Già a marzo i tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil avevano chiesto di avviare un confronto di merito, indicando le diverse questioni dal lavoro alla lotta all’evasione fiscale, dai progetti del Recovery alle crisi industriali aperte al Mise.

E tra le vertenze, c’è Whirlpool: dopo il ricorso agli ammortizzatori sociali e con la fine del blocco dei licenziamenti, per i circa 400 lavoratori dello stabilimento di Napoli, dove l’azienda ha smesso la produzione di lavatrici il 31 ottobre dell’anno scorso, “se non c’è un cambiamento, quei lavoratori dal primo luglio saranno licenziati”, torna ad avvertire Landini.

Proprio oggi a Napoli, in piazza del Plebiscito, si è tenuta un’assemblea dei lavoratori convocata da Fim, Fiom e Uilm, accompagnata dallo slogan che ormai caratterizza la mobilitazione “Napoli non molla”. Chiedono soluzioni e chiarimenti, perché la fabbrica “deve ripartire”.

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