Non solo Mosca-Los Angeles, i Giochi del boicottaggio

Composizione grafica con il logo delle Olimpiadi attraverso la storia.
Composizione grafica con il logo delle Olimpiadi. (ANSA)

ROMA. – Prima la Russia, ora la Cina. Sul tavolo della Casa Bianca c’è un’ipotesi di boicottaggio dei Giochi di Pechino 2022, e le Olimpiadi tornano così ad essere il banco di prova delle relazioni internazionali, il ring sul quale gli Stati Uniti e gli altri grandi del mondo marcano le distanze.

L’unica novità, è che per la prima volta si tratterebbe di Olimpiadi invernali, perchè quanto a quelle estive dal clamoroso caso di Mosca ’80 e Los Angeles ’84 in giú, i Giochi non si sono fatti mancare nulla.

In parte, anche Sochi 2014, edizione invernale, aveva offerto all’ amministrazione di Washington l’occasione per un segnale politico di distanza dallo “zar” Putin, con l’assenza dalla cerimonia d’apertura in segno di dissenso sulla sua política omofobica. Quella tensione, seppur minima, riportò la lanceta olimpica indietro, ai  tempi della Guerra Fredda. Gli episodi piú eclatanti restano le Olimpiadi di Mosca 1980 e Los Angeles 1984.

Alle prime, un anno dopo l’invasione dell’Afghanistan da parte dell’esercito di Mosca, “disertarono” gli americani su indicazione di Jimmy Carter, portandosi dietro sessanta nazioni ma non tutto l’Occidente, che sul caso si spaccò: l’Italia decise di andare, solo gli atleti militari rimasero a casa, e con lei anche la Gran Bretagna.

Quattro anni più tardi, fu la volta dei campioni dell’allora Urss e di tutto il blocco del’Est, con l’esclusione della Romania di Ceausescu e della Jugoslavia del maresciallo Tito, oltre che della Cina che a sua volta marcava la distanza da Mosca: tutti gli altri, in massa, rinunciarono a volare a Los Angeles.  Ufficialmente, la motivazione era la mancata garanzia dell’ incolumità degli atleti, ma era chiaro che la Guerra Fredda era al suo apice.

Ancor prima, boicottaggio e Olimpiadi avevano spesso incrociato le loro strade. All’origine, la scelta dell’Unione Sovietica che non partecipò ai Giochi fino a Helsinki ’52 in quanto rappresentazione del capitalismo borghese.

Nel 1948, invece, la prima Olimpiade dopo la guerra mondiale negò l’invito a Germania e Giappone, ma non all’Italia. Per Melbourne ’56, erano state la crisi di Suez e l’invasione soviética dell’Ungheria a convincere da un lato Egitto, Iraq e Libano, dall’altro Olanda e Spagna, a non inviare le rispettive squadre olimpiche.

Ai Giochi di Montreal ’76, Taiwan non aveva partecipato perchè non le era stato consentito di presentarsi col nome di “Republic of China”, e 27 stati africani si rifiutano di presenziare a causa dell’ammissione ai Giochi della Nuova Zelanda.

Il Paese australe era stato criticato per aver partecipato pochi mesi prima ad un incontro di rugby in Sud Africa, contri i padroni di casa, mentre erano ancora in vigore leggi razziali dell’apartheid. Pretoria, per conto suo, rimase bandita dai Giochi fino al ’92

L’ultimo boicottaggio olimpico si ebbe nel 1988, con la decisione della Nord Corea di non partecipare per protestare contro la mancata assegnazione di alcune gare, in compartecipazione con Seul. A Pechino, nel 2008, ci furono le proteste e le minacce di boicottaggio contro la política violenta e repressiva della Cina in Tibet. ma tutto si risolse con iniziative singole a favore dei diritti umani.

D’altra parte, non sempre la spinta internazionale a disertare la vetrina delle Olimpiadi per non dare occasione di propaganda ha portato a decisioni proporzionali alla gravità della situazione: il caso più famoso restano le Olimpiadi di Berlino 1936.

La capitale tedesca si era già vista revocare i Giochi del 1916, causa Grande Guerra. Dietro la spinta delle proteste a favore del boicottaggio delle Olimpiadi naziste, il presidente americano Roosevelt decise di inviare in Germania come osservatore Avery Brundage, futuro presidente del comitato olimpico internazionale.

Brundage, noto per le “simpatie” naziste e rimasto famoso anche per la decisione di proseguire i Giochi nel 1972 dopo la strage di Monaco, caldeggiò la partecipazione americana alla manifestazione. Gli unici a rifiutarsi di presenziare alla “Olimpiade di Hitler” furono quindi solo la Spagna e l’Urss.

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