Coronavirus in Italia: calo incidenza ma preoccupano le varianti

Una famiglia a passeggio sulla scalinata di piazza di Spagna nel centro di Roma ancora in zona gialla,
Una famiglia a passeggio sulla scalinata di piazza di Spagna nel centro di Roma ancora in zona gialla, 7 marzo 2021. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

ROMA. – La situazione epidemica in Italia è in leggero miglioramento, ma i dati non consentono ancora un allentamento delle misure restrittive adottate: diminuiscono infatti leggermente, rispetto alla scorsa settimana, sia l’incidenza dei casi da Covid-19 sia l’indice di trasmissibilità Rt, ma forte è la preoccupazione per la diffusione delle varianti e per il tasso di saturazione delle terapie intensive che si colloca al 41%, ben oltre la soglia di allerta fissata al 30%. Mentre resta ancora troppo alto il numero delle vittime, pari a 481 nelle ultime 24 ore superando così la soglia dei 110 mila morti (sono 110.328) da inizio pandemia.

L’ultimo monitoraggio settimanale della Cabina di regia, insieme ai dati giornalieri comunicati dal ministero della Salute, restituiscono un quadro ancora allarmante sull’andamento epidemico in Italia, con un numero di nuovi positivi che, seppure in leggero calo, sfiora i 22mila in un giorno ( 21.932 ). I morti sono invece 481 (rispetto ai 501 di ieri) e resta stabile il tasso di positività (pari al 6,6%). Sono invece 3.704 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per Covid, 23 più di ieri, e nei reparti ordinari sono ricoverate 28.704 persone, in calo di 245 unità.

Dal monitoraggio settimanale arrivano al contempo dei segnali di miglioramento. Scende infatti a 0,98 sotto la soglia d’allarme di 1, il valore dell’Rt nazionale che la scorsa settimana era a 1,08. Tuttavia l’Rt resta ancora sopra l’1 in 11 Regioni (Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Valle d’Aosta, Veneto). L’incidenza si attesta inoltre a 232 casi per 100mila abitanti, contro i 240 della scorsa settimana.

Primi segnali positivi che, però, non bastano a indicare un netto cambio di rotta. Come dimostrano, appunto, i tassi di occupazione ancora molto alti per le intensive (al 41% contro il 39% della scorsa settimana) ed anche per i reparti ordinari (occupati da pazienti Covid al 44% rispetto alla soglia massima del 40%). Complessivamente, le Regioni/PPAA con un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica salgono a 14, contro le 12 della settimana precedente.

Insomma, è la lettura del presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, alla consueta conferenza stampa per l’analisi del monitoraggio, “nell’ultimo periodo la curva epidemica inizia a decrescere, ma si tratta di una decrescita molto lenta. I ricoveri sono ancora in crescita e preoccupano i dati di saturazione delle intensive, anche se l’andamento delle vaccinazioni sta rapidamente crescendo e resta basso il numero di nuovi casi tra operatori sanitari e over-80 proprio per effetto delle vaccinazioni”.

Parla di un “miglioramento della situazione, anche se il carico sugli ospedali è ancora pesante”, pure il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza. Tuttavia, la preoccupazione principale è ora legata alle varianti del virus ed al loro andamento nelle prossime settimane, che potrebbe portare ad un nuovo peggioramento del quadro epidemiologico. La circolazione di varianti a maggior trasmissibilità è infatti “largamente dominante nel Paese, il che indica la necessità – avverte il monitoraggio – di non ridurre le attuali misure di restrizione”.

Ad allarmare, ha detto Rezza, è soprattutto la variante brasiliana, “concentrata nell’Italia centrale con punte del 20%”. Inoltre, per le varianti Uk e brasiliana “abbiamo visto molti focolai anche tra i bambini più piccoli e gli adolescenti”. Quindi un auspicio: “Contiamo in una forte accelerazione della campagna di vaccinazione a partire da aprile. Con l’arrivo della stagione calda, e se riusciamo a vaccinare la maggior parte delle popolazione, vedremo dei risultati. Vaccinare molto e in fretta – ha concluso Rezza – è ora quanto mai necessario”.

(di Manuela Correra/ANSA)

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