Governo: scontro maggioranza su omofobia, Lega stoppa ddl

Omofobia, manifestazione a favore del Ddl Zan.
Omofobia, manifestazione a favore del Ddl Zan. ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

ROMA. – Al Senato la maggioranza allargata dell’era Draghi potrebbe spaccarsi sul disegno di legge sull’omofobia, approvata alla Camera quattro mesi fa. E non sul voto finale, ma sull’ok preliminare ad avviare la discussione nella commissione Giustizia.

A chiederne la calendarizzazione – primo step che avvia l’iter parlamentare, indicando il relatore, eventuali audizioni e termini dell’esame – sono Pd, Movimento 5 stelle e Leu. Sulle barricate la Lega, convinta che il provvedimento non sia una priorità. Ma piuttosto, una ‘mina’ per la nuova maggioranza. Domani pomeriggio è atteso il ‘verdetto’ con la decisione dell’ufficio di presidenza o il voto della commissione.

Ad avvertire il centrosinistra sui rischi di implosione è il leghista Simone Pillon: “Se qualcuno preferirà forzare su quello che ci separa, anziché valorizzare quello che potrebbe unirci, si prenderà la responsabilità di dividere la maggioranza” e prefigura “una battaglia ideologica”, contro la quale invece auspica “buon senso”.

Ma i Democratici insistono: “E’ assolutamente stravagante e impraticabile che Pillon possa decidere quali siano le priorità del Parlamento e che la Lega possa mettere un diritto di veto”, replica Franco Mirabelli. In linea la vicepresidente della commissione, Elvira Evangelista dei 5 Stelle: “L’incardinamento di un provvedimento non si può ostacolare”.

Normalmente non è motivo di contesa e spesso si decide all’unanimità. Ma in questo caso le posizioni sono lontane. Il disegno di legge, ribattezzato con il cognome del relatore, Alessandro Zan del Pd è frutto di varie proposte di iniziativa firmate Leu, Pd, M5s e Forza Italia, e punta a proteggere persone omosessuali, donne e disabili dai cosiddetti reati d’odio.

Per la Lega, le riforme urgenti sulla giustizia riguardano il processo penale, la giustizia civile e quella tributaria. “Non credo resterà tempo per fare molto altro”, osserva Pillon. Agli antipodi il Pd di Enrico Letta che una settimana fa, dopo l’ultima aggressione a una coppia gay a Roma, aveva rilanciato la “determinazione” del Nazareno nell’andare avanti con la legge.

Non si opporrà Italia viva, contrari invece Fratelli d’Italia e probabilmente Forza Italia, che in realtà a Montecitorio si era divisa sul tema. Il senatore Giacomo Caliendo ne fa una questione di necessità e urgenza: mancano entrambe – sostiene il forzista – e soprattutto “le tutele normative contro le disciminazioni esistono e sono chiare. Sennò sarei il primo a sollecitare la legge Zan”.

Tuttavia se l’ufficio di presidenza non trovasse un accordo sulla calendarizzazione, tocca alla commissione votare, ma l’esito è incerto e si rischia il pareggio che a Palazzo Madama equivale al ‘no’.

(di Michela Suglia/ANSA)

Lascia un commento