Lite sulla redistribuzione delle dosi, Kurz contesta

La Pfizer a New York
La Pfizer a New York.

BRUXELLES. – Da falco dei conti pubblici a sostenitore di una solidarietà interessata sulla distribuzione dei vaccini anti-Covid tra gli Stati membri. Il cancelliere austriaco Sebastian Kurz tiene il punto nella sua protesta sul metodo per la ripartizione delle dosi, a suo dire iniquo e “corrotto”, e fa irritare mezza Europa.

Dopo aver preso nelle settimane scorse il timone del gruppetto degli scontenti (formato da Austria, Repubblica Ceca, Slovenia, Bulgaria e Lettonia), il cancelliere si è presentato al cospetto degli altri capi di Stato e di governo Ue senza nessuna voglia di mediare.

I 10 milioni di dosi di vaccino anticipate alla Commissione da Pfizer per il secondo trimestre, è la sua tesi, devono andare a chi ne ha più bisogno. Quindi, sostiene, anche all’Austria colpita dai ritardi di consegna di AstraZeneca. Altrimenti, Vienna porrà il veto.

Affermazioni che hanno fatto salire la tensione in videoconferenza, con gli altri leader, inclusa la tedesca Angela Merkel, che hanno messo in dubbio la reale necessità dell’Austria di ricevere ulteriori dosi. Uno scetticismo suffragato dai numeri: fin qui, l’Austria ha vaccinato 14,6 persone ogni 100 residenti, al di sopra della media Ue di 13,6, secondo i dati dell’Ecdc.

Inoltre, spiegano alcune fonti Ue, ad essere più in difficoltà sono i Paesi dell’Europa orientale, che hanno fatto più affidamento degli altri sul vaccino di AstraZeneca. Per questo, “Vienna non avrà dosi in più”.

Sulla base delle regole attuali, sebbene tutti i Ventisette abbiano diritto a quote proporzionali alla popolazione, ognuno può scegliere liberamente di comprare più o meno dosi. Eventuali lotti inutilizzati possono quindi essere acquistati da altri Stati membri.

Un metodo che, secondo le accuse lanciate nelle scorse settimane dall’austriaco, somiglia più a “un bazar”, con alcuni Paesi che stringono “contratti segreti” con le aziende farmaceutiche.

“In linea con la solidarietà europea, serve un’equa distribuzione per non far nascere un’Europa a due velocità” nelle vaccinazioni, ha twittato Kurz nel corso della riunione. Ma il tono della protesta all’interno delle stanze online era decisamente più crudo. Il sistema della distribuzione è “corrotto”, ha insistito il cancelliere.

É improbabile che una soluzione sulla ripartizione dei 10 milioni di dosi Pfizer venga trovata senza un incontro di persona tra i leader Ue, hanno spiegato alcune fonti, ricordando che sono stati gli Stati membri ad aggiungere flessibilità al sistema pro-rata proposto dalla Commissione e quindi ora è affar loro. E, comunque, in prima linea per ottenere gli immunizzanti di Pfizer ci sono Bulgaria, Croazia e Lettonia.

(di Valentina Brini/ANSA)

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