Recovery Carfagna: al Sud un capitolo e 50% opere

Un casco di sicurezza della Ue sopra un piano di lavoro. Grafica.
Un casco di sicurezza dell'Unione Europea sopra un piano di lavoro. Grafica. (Ansa)

ROMA. – Un capitolo del Piano di ripresa e resilienza italiano dedicato interamente al Sud, e ai gap di cui soffre il Mezzogiorno su infrastrutture, tecnologie, reti, educazione, partecipazione al lavoro. E ben il 50% dei fondi destinati alle infrastrutture destinati proprio al Sud d’Italia.

A poche settimane dalla presentazione del nuovo piano italiano per agganciare il treno del recovery fund emergono nuovi dettagli su alcuni dei cambiamenti cui lavora l’esecutivo rispetto al piano del Conte-2.

E ruotano attorno al Mezzogiorno, in una inversione di ruoli che vede l’Europa intervenire per le regioni più deboli d’Italia nel segno della solidarietà e stabilità economica, dopo una stagione durata decenni in cui buona parte dell’Italia rincorreva il federalismo nel segno del “basta assistenzialismo” al Sud.

I dettagli, mentre gran parte del lavoro fra il presidente del Consiglio Mario Draghi, il ministro dell’Economia Daniele Franco e gli altri ministri coinvolti nella parziale riscrittura del ‘recovery’ procedono nel riserbo, emergono nel finale della due giorni del convegno “Sud – Progetti per ripartire” organizzato dal ministero per il Sud e la Coesione Territoriale.

É proprio la ministra Mara Carfagna a rivelare che “sulle infrastrutture il Sud intercetterà circa il 50% degli investimenti”. E che se prima non c’era un capitolo dedicato al Sud e il tema era “trasversale”, ora si è “ritenuto utile, opportuno, necessario rendere evidente il peso del Sud e grazie a una interlocuzione con tutti i ministeri stiamo facendo emergere all’interno di ogni missione interventi destinati al Sud e quote di finanziamenti per costruire un vero e proprio capitolo Sud, e i risultati che stanno emergendo sono incoraggianti”.

Per colmare i gap del Sud, spiega poi Franco a conclusione del convegno, non basterà il recovery: servirà una strategia complessiva, che guardi anche oltre i sei anni del recovery, e faccia leva anche sui fondi strutturali europei e sul Fondo sviluppo coesione, in grado di mobilizzare alcune decine di miliardi in più rispetto ai 190 del Ngeu.

I tempi stringono: mancano: 40 giorni alla scadenza, poi entro giugno le proposte della Commissione europea andranno al vaglio dei leader politici del Consiglio europeo sbloccando la prima tranche di finanziamenti anticipati: fondi essenziali per l’Italia, dove la Bce lancia un allarme per le banche e il presidente di Confindustria  Carlo Bonomi teme una “tempesta perfetta” sulla liquidità alle imprese.

Da lì in poi,  di sei mesi in sei mesi, tutti i finanziamenti arriveranno in funzione dello Stato di avanzamento dei progetti. Una tabella di marcia serrata che aveva fatto ipotizzare a una parte della politica la sospensione del Codice degli appalti, uno degli scudi contro la criminalità organizzata, ipotesi contro cui oggi si fa sentiré l’autorità anti-corruzione.

“Non possiamo immaginare una semplice sospensione, totale e immediata, del Codice degli appalti e il ricorso alle sole direttive europee per l’utilizzo dei fondi Next Generation Eu”, spiega all’ANSA il presidente dell’Anac Giuseppe Busia, “tale scelta, lungi dal portare un’accelerazione, rischierebbe di bloccare le gare per l’improvvisa assenza di riferimenti certi”.

(di Domenico Conti /ANSA).

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