Dubbi dagli Usa: “Da AstraZeneca dati obsoleti”

Fiale del vaccino Astrazeneca.
Fiale del vaccino AstraZeneca.

ROMA. – Per AstraZeneca si apre anche un fronte americano, dopo quello con l’Ue per i ritardi nelle consegne e per i dubbi sulla sicurezza del suo vaccino anti-Covid.

Le autorità sanitarie federali hanno congelato l’ingresso negli Stati Uniti del farmaco di Oxford, sostenendo che i dati sull’esito sulla sperimentazione potrebbero essere “obsoleti”.

Anthony Fauci ha gettato acqua sul fuoco, affermando che è un prodotto “probabilmente ottimo”, ma la compagnia anglo-svedese vuole fare chiarezza ed ha promesso dati più aggiornati in 48 ore.

L’ingresso di AstraZeneca nel mercato americano sembrava ormai cosa fatta dopo la diffusione dei test condotti dall’azienda farmaceutica su oltre 30mila volontari in Usa, Cile e Perù, che avevano certificato la sicurezza del suo vaccino e la sua efficacia al 79%. E fino al 100% nel prevenire un’infezione grave.

Meno di 24 ore dopo, però, è arrivata la doccia fredda della sanità Usa. L’Istituto nazionale per le malattie infettive e le allergie ha reso noto che un grupo indipendente di esperti chiamati a supervisionare i trial di Oxford hanno “espresso preoccupazione che AstraZeneca potesse aver incluso informazioni obsolete”, e quindi “aver fornito una visione incompleta dei dati sull’efficacia” del vaccino.

Il documento, firmato da 11 esperti statistici, di etica e medici di malattie infettive, ha colto di sorpresa anche Antony Fauci. Il principale consigliere della Casa Bianca sulla pandemia si è detto comunque convinto che il vaccino sia “molto probabilmente ottimo”.

Ed anche se i dati forniti dai britannici potrebbero essere “un po’ forvianti”, questo stop rischia di essere controproducente, perché “non fa altro che gettare dei dubbi sui vaccini e forse contribuisce all’esitazione” dei cittadini nel farne uso.

AstraZeneca, in ogni caso, vuole chiudere quanto prima la spinosa questione. Il gruppo ha spiegato di aver utilizzato dati risalenti a prima del 17 febbraio per i risultati pubblicati lunedì sugli studi clinici negli Stati Uniti. E che si metterà in contatto “immediatamente” con gli esperti americani per fornire “i risultati più aggiornati possibile entro 48 ore”.

Il rapporto tra AstraZeneca e gli Usa non è mai stato disteso, perché Washington ha più volte accusato l’azienda anglo-svedese di scarsa trasparenza sui suoi studi.

Un contenzioso letto da alcuni analisti come il risvolto di una disputa commerciale tra i Paesi per promuovere i loro vaccini: gli Usa con Pfizer, Moderna e Johnson&Johnson, la Gran Bretagna con AstraZeneca, Russia e Cina con i loro campioni nazionali.

Di certo AstraZeneca avrebbe fatto volentieri a meno di quest’ulteriore ombra.  Appena una settimana fa mezza Europa sospendeva l’utilizzo del suo vaccino per decessi sospetti, rendendo necessaria un nuovo approfondimento da parte dell’Ema.

E nonostante la conferma della luce verde da parte dell’agenzia del farmaco, ci sono ancora dei Paesi che non si fidano: Svezia, Norvegia, Danimarca e Finlandia tengono AstraZeneca ancora in stand-by.

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