Pd: Letta nomina i vice, faccia a faccia con Gualtieri

L'ex-ministro dell'Economia Roberto Gualtieri parla con i giornalisti in occasione della riunione con i ministri del Partito Democratico,
L'ex-ministro dell'Economia Roberto Gualtieri parla con i giornalisti in occasione della riunione con i ministri del Partito Democratico, Roma, 15 gennaio 2021. ANSA / RICCARDO ANTIMIANI

ROMA. – Il segretario Pd Enrico Letta ha cominciato a mettere mano alle vicende dem e a disegnare il suo partito, prima entrando in campo sulla “questione Roma” e poi nominando i vicesegretari. In mattinata, Letta ha incontrato Roberto Gualtieri, per un chiarimento sulla sua candidatura alla guida della Capitale: dal Nazareno era trapelato “stupore e fastidio” per uno scatto in avanti non concordato.

Mentre a metà pomeriggio, con un tweet, il neo segretario Pd ha comunicato di aver chiesto all’eurodeputata Irene Tinagli e all’ex ministro per il Sud Peppe Provenzano di affiancarlo. Un tandem che guarda anche alle richieste delle settimane scorse, quando a Nicola Zingaretti era stata sollecitata la nomina di una vicesegretaria, per andare incontro alla necessità di una maggior rappresentanza femminile nei ruoli di vertice.

La nomina dei vicesegretari è arrivata un po’ a sorpresa. Nel senso che le truppe dem pensavano a tempi più lunghi. Prima di dare la notizia su Twitter, comunque, Letta ha comunicato alle varie componenti del partito le sue scelte. Letta ha deciso da solo, senza guardare al bilancino delle correnti, ma alle qualità e al profilo dei due vicesegretari, alle competenze, politicamente nati nel Pd.

Il nome di Provenzano era circolato fra i papabili, a differenza di quello di Irene Tinagli. Da ogni corrente dem sono arrivati tweet di apprezzamento e di “buon lavoro”. Nel gioco della caselle, Provenzano, 39 anni, è ritenuto vicino al vicesegretario uscente, Andrea Orlando, ma con una sua autonomia. E’ un allievo di Macaluso: ha tenuto l’orazione funebre ai funerali, davanti la sede della Cgil.

Irene Tinagli, 46, non viene accostata ad una corrente in particolare: fa riferimento diretto a Letta. Ma piace a Carlo Calenda che si è congratulato per la scelta annunciando che a breve incontrerà il segretario per parlare della candidatura di Roma. Anche la minoranza di Base Riformista – che alle ultime europee sostenne Irene Tinagli – attraverso Alessandro Alfieri ha definito quelle di Letta: “Scelte di qualità”.

Martedì il segretario Pd incontrerà prima i deputati e poi i senatori, ma Letta non avrebbe ancora fatto valutazioni sul “dossier” dei gruppi. “I temi sono noti – ha spiegato il capogruppo a Palazzo Madama, Andrea Marcucci – il nostro rapporto con il governo, il prossimo decreto sostegno ed i prossimi interventi sui ristori con nuovi scostamenti di bilancio”.

La corsa su Roma sarà un percorso a ostacoli. Il nome di Gualtieri circolava ufficiosamente da un mesetto ma, complici notizie giornalistiche e indiscrezioni di ambienti dem, per buona parte della giornata di ieri l’ex ministro del Tesoro è apparso come il candidato ufficiale del Pd. Solo nel corso delle ore è stato chiaro come non fosse così. Poi, in un faccia a faccia, Letta e l’ex ministro del Tesoro hanno definito i confini della questione.

Entrambi – è stato fatto sapere – hanno espresso irritazione “per le inutili fughe in avanti” sulla candidatura a sindaco di Roma. Letta ha quindi rimandato ad aprile ogni decisione su forme e modalità della scelta, da concordare col Pd romano e laziale.

“Ringrazio il segretario Enrico Letta per il lungo colloquio in piena sintonia – ha detto Gualtieri – Per quanto mi riguarda sto ancora riflettendo se dare la mia disponibilità alla candidatura”. La “vicenda Gualtieri” si inserisce in un contesto articolato. C’è un tavolo del centrosinistra che dovrebbe tracciare la linea su Roma ma, per ora, complici le restrizioni da covid, non è stato prodotto granché. E intanto si sono strutturate diverse candidature, come quella del leader di Azione Carlo Calenda e della senatrice Pd Monica Cirinnà.

“Io penso che la scelta per il centrosinistra sarà fatta con le primarie – ha detto il segretario regionale del Lazio del Pd, Bruno Astorre – Il Pd lavora a una coalizione ampia e plurale”. Ma anche sulle primarie è battaglia. Per esempio: Cirinnà le invoca, Calenda non le vuole.

Senza considerare che il Pd deve risolvere il suo “rapporto” con gli alleati di governo del M5s, che su Roma presenteranno il sindaco uscente Virginia Raggi: “Massimo sostegno alla nostra guerriera”, ha ribadito in un tweet Beppe Grillo.

Il centrodestra deve ancora sciogliere il nodo. Forza Italia vorrebbe Guido Bertolaso: “il migliore candidato che il centrodestra può presentare”, ha detto il coordinatore nazionale azzurro Antonio Tajani. Ma Bertolaso si è tirato indietro: “Non mi candiderò a sindaco di Roma, abbiamo già dato”.

(Giampaolo Grassi/ANSA)

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