Calendario e cabala, Conte favorito verso lo scudetto

La grinta di Antonio Conte alla guida dell'Inter.
La grinta di Antonio Conte alla guida dell'Inter. (ANSA)

MILANO.  – Non sarà perfetta, ma l’Inter continua a correre. E adesso anche il calendario sembra sorridere alla squadra di Conte, anche se la Serie A nasconde trappole e insidie pure nelle gare sulla carta più semplici.

Come quella di Torino contro i granata, risolta solo nel finale dal colpo di testa decisivo di Lautaro Martinez. Ma superare senza problemi anche le prossime tre partite, senza big match, potrebbe mettere ancora di più in discesa la strada per i nerazzurri.

Sassuolo in casa, Bologna al Dall’Ara e Cagliari di nuovo a San Siro, è questo il calendario che attende Lukaku e compagni nelle prossime giornate, con in mezzo la pausa per le nazionali.

Poi il big match con il Napoli al Meazza il 18 aprile, seguito dalle sfide contro Spezia, Verona, Crotone e Sampdoria prima del rush finale con Roma, Juventus e Udinese.

Undici giornate in cui l’Inter si gioca una stagione alla ricerca del primo titolo dell’era Suning (la cui permanenza alla guida del club sembra farsi più probabile). Il vantaggio di giocare una volta alla settimana non sarà più vale quantomeno verso la Juventus, ma resta la possibilità di mettere punti importanti in cascina nelle prossime giornate.

A spingere l’Inter c’è anche la cabala. Perché Antonio Conte ha sempre vinto lo scudetto quando è stato capace di infilare otto vittorie di fila in campionato, come fatto nelle ultime otto gare dai nerazzurri: tre volte con la Juventus (record di 12 successi consecutivi nel 2013/14) e una con il Chelsea (13 nel 2016/17).

L’obiettivo ora è suonare la nona (che all’Inter non riesce dal 2006/07, quando con Mancini vinse 17 gare consecutive) domenica contro il Sassuolo, missione fallita a gennaio quando la striscia si fermò a otto con la sconfitta a Marassi contro la Sampdoria.

Per allungare la serie serviranno ancora Lukaku e Lautaro in versione bomber decisivi. A Torino sono bastati pochi palloni giocabili per far male, ormai una specialità della casa per i due, sempre più centrali nel progetto Conte: d’altronde, sono 32 i punti portati dalla “LuLa” sui 65 in classifica conquistati finora. Senza dimenticare anche l’impatto di Perisic ed Eriksen, ripescati dal tecnico dopo essere finiti ai margini.

“È stato un anno difficile, a dicembre ero pieno di pensieri ma non perché volessi scappare. Volevo lottare per il mio posto”, ha raccontato il danese in un’intervista all’emittente Sport Tv2.

“È stato mentalmente difficile. Sono stato bravo a isolarmi e concentrarmi”, ha proseguito il centrocampista nerazzurro, raccontando anche che la scintilla è arrivata con “il gol contro il Milan. Ha aiutato il modo in cui le persone guardavano le cose dall’esterno. Ho avuto la prova che posso ancora giocare bene a calcio”, ha concluso Eriksen.

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