Riprendono rapporti Turchia-Egitto, disgelo dopo 8 anni

Il presidente turco, Erdogan
Il presidente turco, Erdogan. FOTO WIRED

ISTANBUL.  – Svolta diplomatica tra Turchia ed Egitto. A quasi otto anni dalla rottura dopo la destituzione del presidente Mohammed Morsi, esponente dei Fratelli Musulmani sostenuti da Recep Tayyip Erdogan, Ankara e Il Cairo riprendono i rapporti bilaterali.

“Abbiamo avuto contatti sia a livello di intelligente che di ministero degli Esteri”, ha annunciato il capo della diplomazia turca Mevlut Cavusoglu,  sottolineando che entrambe le parti non hanno posto “precondizioni”.

Il disgelo era nell’aria da alcuni giorni, dopo che Ankara aveva aperto a una normalizzazione in risposta al ramoscello d’ulivo allungato dal Cairo nel delicatissimo scacchiere del Mediterraneo orientale.

Pur avendo firmato la scorsa estate un accordo sulla delimitazione dei confini marittimi con la Grecia, fortemente contestato dalla Turchia e speculare a quello del novembre 2019 tra il governo Erdogan e quello libico di Fayez al-Sarraj, l’Egitto ha infatti messo a bando le licenze di esplorazione energetica nelle sua zone di competenza senza contestare quelle auto-dichiarate da Ankara.

I rapporti, ha precisato Cavusoglu, ripartiranno comunque “a poco a poco”, seguendo una “roadmap”, perché “quando le relazioni sono interrotte da anni, non è facile agire come se nulla fosse accaduto”.

Dopo essere stato tra i attivi oppositori del regime di Abdel Fattah al-Sisi, accusandolo ripetutamente di essere un “golpista”, Erdogan confeziona l’ennesima svolta. Dai rapporti con la Russia a quelli con Israele, il leader di Ankara ha abituato a giravolte da molti ritenute impensabili.

Ma dopo mesi di tensioni sull’orlo della deriva militare, nel Mediterraneo la Turchia prova a raccogliere i frutti delle  posizioni acquisite di fatto tornando alla diplomazia, come dimostrano anche il colloquio dei giorni scorsi tra Erdogan e il presidente francese Emmanuel Macron, dopo i durissimi attacchi reciproci, e il rinnovato dialogo con Bruxelles in vista del Consiglio europeo di fine marzo.

E non è finita qui. Di ritorno dal trilaterale a Doha con Qatar e Russia, con cui ha lanciato un nuovo meccanismo di dialogo sulla Siria parallelo a quello di Astana con Mosca e Teheran, Cavusoglu ha sottolineato la disponibilità del suo Paese a migliorare i rapporti anche con i Paesi del Golfo, specie alla luce della loro riconciliazione con il Qatar.

“Per noi, non c’è alcun motivo di non migliorare le nostre relazioni con l’Arabia Saudita. Se fanno un passo positivo, noi faremo altrettanto.  Lo stesso vale per gli Emirati Arabi Uniti”, ha assicurato il ministro turco, spiegando che il caso dell’uccisione nel 2018 nel consolato di Riad a Istanbul del giornalista saudita Jamal Khashoggi “non è stata una questione bilaterale ma una ricerca di giustizia per la vittima” e che Ankara non ha “mai accusato l’amministrazione saudita” .

Il ritrovato protagonismo della diplomazia turca trova terreno fertile anche negli sforzi di mediazione in Afghanistan. Sulla scorta dell’accelerazione impressa dagli Usa, ha annunciato ancora Cavusoglu, il mese prossimo si terranno a Istanbul gli importanti colloqui di pace tra rappresentanti del governo di Kabul e dei talebani.

(di Cristoforo Spinella/ANSA)

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