L’esercito israeliano primo a battere il Covid

Soldati dell'esercito israeliano in azione.
Soldati dell'esercito israeliano in azione. (ANSA)

TEL AVIV. – Nella lotta al Covid Israele ha segnato un altro punto: il suo esercito (Idf) ha raggiunto l’immunità di gregge. Con l’81% di vaccinati o guariti dall’infezione, è il primo al mondo ad aver raggiunto l’obiettivo.

Un risultato figlio dell’incessante campagna vaccinale in corso nel Paese, presa a modello nel mondo. Ed oggi anche i premier di Ungheria, Viktor Orban, e della Repubblica Ceca, Andrej Babis, hanno annunciato, in conferenza stampa a Gerusalemme con Benyamin Netanyahu, l’intenzione di entrare nell’alleanza sui vaccini già stretta da Danimarca e Austria con lo Stato ebraico la settimana scorsa.

Del resto, pur con le prudenze del caso, i successi contro il virus raggiunti dal Paese sono sotto gli occhi di tutti, come mostra l’annuncio di oggi dell’Idf. “Dopo 10 settimane – ha detto il generale Itzik Turgeman, direttore di logistica e tecnologia dell’esercito – posso affermare che l’Idf è il primo al mondo a raggiungere l’immunità di gregge” con l’81% immunizzato o guarito dall’infezione.

E nella prossima settimana – con il progredire della vaccinazione – la percentuale salirà  oltre l’85%. Il capo medico dell’Idf, generale Alon Glasberg, ha spiegato che l’immunità di gregge consentirà di “ritornare a operazione più normali”, anche se per i soldati resterà l’obbligo di mascherina, di distanziamento sociale e di osservare le altre regole.

“Ma le cose – ha precisato – sembrano molto più simili a come erano un anno fa. Ora possiamo fare le cose in maniera diversa ed esercitarci con maggiore libertà”.

Va detto che, nonostante la pandemia, l’esercito non ha mai perso le sue capacità operative nell’anno passato anche se è stato colpito con forza dall’infezione. La svolta – hanno sottolineato i militari – è stata dunque la campagna vaccinale.

La stessa che Orban e Babis hanno detto di essere venuti a a vedere da vicino in Israele. Non solo però: l’obiettivo insieme agli altri Paesi e allo Stato ebraico è quello di diventare un nuovo polo nella ricerca, nello sviluppo e nella produzione di vaccini a fronte di eventuali nuove epidemie.

“Siamo interessati – ha detto Orban a Gerusalemme – a investimenti comuni qui in Israele per sviluppare vaccini. Saremo lieti di partecipare a questa iniziativa. Israele è un paese modello nella lotta all’epidemia e noi che siamo ora indietro cercheremo di essere i primi in Europa”.

Da parte sua Babis ha ringraziato Israele per i vaccini inviati alla Repubblica Ceca, per poi sottolineare “di essere venuto a studiare nuovi metodi di lotta al virus”.

(di Massimo Lomonaco/ANSA)

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