Coppa America: è l’ora di Luna Rossa “la gara della vita”

Peter Burling (S) e Max Sirena (D), rappresentanti dei Team New Zealand e Luna Rossa, si stringono le mani durante l'atto di presentazione della finale della Copa América.
Peter Burling (S) e Max Sirena (D), rappresentanti dei Team New Zealand e Luna Rossa, si stringono le mani durante l'atto di presentazione della finale della Copa América. (ANSA/AP/ Andrew Cornaga)

ROMA.- Ventuno anni dopo, torna la sfida tra Luna Rossa e Team New Zealand per la conquista della Coppa America di vela. Di fronte il fortissimo squadrone neozelandese detentore del titolo, nonché grande favorito per la vittoria, e la sfidante Luna Rossa, barca italiana allestita da Patrizio Bertelli arrivata alla finalissima dopo aver sbaragliato il campo nella Prada Cup.

Dopo tanta attesa dunque arriva il momento della verità per la competizione velistica più importante del mondo, che nelle scorse settimane ha dovuto affrontare anche i disagi creati dalle misure anticovid, sebbene la Nuova Zelanda sia attualmente uno dei Paesi con meno problema al mondo quanto a contagi.

La prima delle regate di finale comincerà nella notte italiana. Il mare di Auckland sarà teatro di una sfida tra due imbarcazioni supertecnologiche, capaci di raggiungere velocità impensabili fino a pochissimi anni fa. Le due barche tornano a sfidarsi in finale dopo ben 21 anni, quella volta vinsero i neozelandesi, per il gruppo di Bertelli è dunque l’occasione di una rivincita.

Il trofeo andrà alla barca che avrà vinto 7 regate sulle 13 a disposizione. Domani, mercoledì, sono in programma le prime due, giovedì riposo, poi da venerdì due regate al giorno, ed eventualmente spareggio mercoledì prossimo, nel caso di punteggio 6-6 dopo le prime dodici regate.

Alla vigilia della prima regata, gli skipper delle due imbarcazioni Max Sirena e Peter Burling non hanno scoperto le loro carte e sono ormai archiviate le tensioni delle scorse settimane. Sirena, che ha partecipato alla sua prima Coppa America nel 2000 quando le barche avevano da poco superato il muro della doppia cifra per misurare la velocità, è entrato nel dettaglio dei grandi recenti cambiamenti.

“Le barche AC 75 hanno decisamente alzato il livello e questa edizione della Coppa è un salto in avanti importante -ha spiegato-. Eppure, questo è successo anche con un ritorno a uno stile di regata “vecchia scuola” che rende tutto ancora più interessante. I Kiwi sono veloci, li abbiamo incontrati 2 mesi fa e visti nelle prove contro americani e inglesi. Per noi è un’opportunità della vita, faremo di tutto per vincere”.

In collegamento dall’Italia in conferenza stampa è intervenuto anche Bertelli, presidente di Luna Rossa. “Questa -ha detto- è la situazione migliore negli oltre 20 anni della nostra storia. Posso sembrare presuntuoso, ma credo che gli unici due veri team siano Luna Rossa e Team New Zealand, non a caso sono in finale. Se metti insieme 100 persone non sempre costruisci un Team”.

“Noi in questi 20 anni – ha aggiunto- abbiamo imparato molto. Abbiamo saputo creare un’atmosfera: la Coppa America non è solo tecnologia –ha spiegato  ma è anche e soprattutto vita quotidiana, saper creare un gruppo senza tralasciare piccoli ma significanti particolari. In squadra ci sono tante persone poco visibili ma fondamentali per costruire un team unito. Ora abbiamo aggiunto i giovani per trasferire il know-how e proseguire sulla strada giusta”.

“Queste barche 3 o 4 anni fa erano solo idee, concetti sul tavolo da disegno – ha sostenuto il timoniere dei neozelandesi Burling -. Ora stanno superando tutte le aspettative su ciò che possono fare in regata e quanto siano veloci. Quando si parla di regate e Coppa America, l’idea comune è che se non sei veloce non entri in partita. Noi -ha concluso – abbiamo fatto una grande ricerca sulla resistenza aerodinamica per guadagnare anche piccole percentuali, siamo molto felici. Gli italiani hanno messo insieme un team molto valido, questo rende ancora più emozionante la sfida”.

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