Usa battono la Cina, sono motore ripresa del mondo

Le bandiere degli Stati Uniti e di Cina.

NEW YORK. – L’economia americana torna a ruggire. Mentre sale l’attesa per i nuovi “roaring 20s” una volta superata l’emergenza sanitaria, gli Stati Uniti accelerano. E per la prima volta dal 2005, quest’anno contribuiscono alla ripresa economica globale più della Cina.

Per gli States si tratta di un grande sorpasso che riflette la flessibilità della loro economia ma anche la “strana” natura della crisi da pandemia.

Dopo la crisi del 2008 la Cina ha assunto le redini della ripresa economica mondiale trainandola mentre gli Stati Uniti hanno sperimentato tassi di crescita ridotti, i più bassi dalla Grande Depressione. Ora, invece, la situazione si inverte, secondo uno studio di Oxford Economics.

A fronte di una crescita economica globale attesa quest’anno al 6% – la più velocità degli ultimi 50 anni -, Goldman Sachs stima che un pil americano in crescita del 7% dopo una contrazione del 3,5% nel 2020. La Cina invece segnerà un +8%.  Tassi di crescita quindi simili ma che rendono il contributo a stelle e strisce maggiore, visto che l’economia americana è un terzo più grande di quella cinese.

Per JPMorgan  gli States supereranno il trend di crescita pre-crisi entro la metà di quest’anno, mentre la Cina è già tornata alla sua traiettoria pre-pandemia ma non la supereranno.

Certo per l’Azienda America la strada è ancora lunga per tornare ai livelli di inizio 2020: per un ritorno alla piena occupazione del pre-pandemia bisognerà attendere almeno fino al 2022, ammette il segretario al Tesoro Janet Yellen, convinta che il piano di stimoli da 1.900 miliardi di dollari di Joe Biden imprimerà una svolta e quell’accelerazione necessaria per bruciare le tappe del recupero ed evitare “preoccupanti cicatrici permanenti”.

Yellen non nasconde i  suoi timori e si impegna in prima linea, con tutta la Casa Bianca, per combattere le ferite profonde da pandemia soprattutto sulle donne, le più colpite dagli effetti del Covid. Pur essendo meno della metà della forza lavoro, le donne  rappresentano infatti poco più della metà dei 10 milioni di posti di lavoro persi negli Usa per il virus.

E solo fra il febbraio 2020 e gennaio 2021 sono state 2,5 milioni quelle che hanno abbandonato la forza lavoro rispetto a 1,8 milioni di uomini.

Un quadro che deve far riflettere e agire, aggiunge Yellen, la prima donna presidente della Fed e segretario al Tesoro. Il piano di stimoli tanto atteso da Wall Street è, secondo Yellen, un primo passo di una strategia ben più ampia che non solo deve rilanciare la crescita ma renderla più inclusiva, colmando quelle disuguaglianze che il Covid ha aumentato a tal punto da non poter più essere ignorate.

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