Battaglia sulla Tampon tax, balzello simbolo al 22%

Una petizione online per l'abbassamento del Iva sui tamponi.
Una petizione online per l'abbassamento del Iva sui tamponi. (ANSA)

ROMA. – Petizioni online, iniziative commerciali inevitabilmente limitate nel tempo, interventi di singoli comuni. Per ora il taglio dell’Iva sugli assorbenti, dall’attuale 22% al 5%, reclamato a gran voce come segnale di attenzione nei confronti delle donne e come piccolo ma simbolico passo verso la parità di genere, è solo questo.

Nonostante sia diventato un “classico” della manovra, sponsorizzato di anno in anno da governi e maggioranze diverse, l’aliquota non è mai stata toccata. O meglio, qualche ritocchino c’è stato, ma decisamente poco incisivo.

Ogni autunno, ormai da qualche anno, il governo pensa – o il Parlamento chiede, spesso in modalità bipartisan – di inserire nella legge di bilancio un articolo in più per abbassare la tampon tax. Il costo per far rientrare gli assorbenti tra i beni considerati di prima necessità, tassati quindi con un’aliquota agevolata, si aggirerebbe, secondo i calcoli degli uffici legislativi, intorno ai 300 milioni di euro.

Eppure la proposta è rimasta finora tra quelle scartate ed è stata tradotta con la manovra 2020 unicamente nella riduzione dell’aliquota sugli assorbenti biodegradabili, non sempre facili da trovare sugli scaffali di farmacie e supermercati.

Inevitabile quindi che l’8 marzo se ne torni a parlare, anche guardando al confronto internazionale, visto che sono molti i Paesi che sono già intervenuti in modo molto più deciso, considerando gli assorbenti un bene essenziale, utilizzato per gran parte della vita da tutte le donne.

La tassazione è stata del tutto abolita in Canada, in una ventina di Stati americani e in Australia. Il tema è stato in primo piano anche nel mondo non occidentale: niente Iva nemmeno in Kenya e in India.

“A quanto pare le mestruazioni in Italia sono un lusso. Mantenere la tassa sugli assorbenti al 22% è una scelta figlia di una società ancora troppo legata al patriarcato. – commenta la street artista Laika, autrice dell’opera dal titolo “22% It’s Too Much”, comparsa in Calle del Luganegher  a Venezia – In Nuova Zelanda, a partire dal mese di giugno, gli assorbenti verranno offerti gratuitamente nelle scuole per contrastare la povertà mestruale, nel Regno Unito l’Iva è al 5%, in Francia al 5,5% e in Germania al 7%. L’Italia cosa sta aspettando?”, rincara l’artista.

In attesa che qualcosa si muova, le iniziative restano quindi singole: a Pontassieve, ad esempio, dove la farmacia comunale ha deciso di abolire il sovraccarico fiscale a favore delle proprie clienti. A pagare l’Iva sarà direttamente il Comune e non le cittadine. La Coop, con una campagna largamente pubblicizzata sui media, ha invece deciso di scontare gli assorbenti – dal 6 al 13 marzo – come se l’Iva fosse al 4%.

Lascia un commento