MOSCA. – Lo Sputnik V, certo. Ormai è il vaccino “made in Russia” per eccellenza, sulla buona strada per laurearsi con lode anche alla corte dell’Ema (e dunque vedersi spianata la via del ricco, quanto sofferente, mercato europeo).
Eppure Mosca – aspetto alquanto sottovalutato in Occidente – di vaccino non ne ha prodotto uno solo. In tutto, infatti, sono tre – compreso lo Sputnik – quelli già registrati dal regolatore nazionale. E altri tre sono allo studio.
Partiamo da quello in fase più avanzata, overo l’EpiVacCorona, sviluppato dal Centro di ricerca statale russo di virologia e biotecnologia Vector (un tempo epicentro del programma di sviluppo delle armi biologiche dell’Unione Sovietica).
Registrato nell’ottobre del 2020, il vaccino consiste in brevi frammenti di proteine virali sintetizzati artificialmente – peptidi – che fanno riconoscere e neutralizzare il virus al sistema immunitario.
Fra poco – metà marzo – verrà ufficialmente utilizzato nella campagna vaccinale russa, che conta di raggiungere l’immunizzazione della popolazione “entro l’autunno”.
Il terzo è il Covivac del centro Chiumakov dell’Accademia delle Scienze. Registrato in via emergenziale lo scorso febbraio, deve ancora affrontare i test clinici di fase 3.
Vediamo invece i vaccini ancora allo studio. Come il candidato dell’agenzia federale di medicina e biologia (FMBA). I test clinici inizieranno a luglio e in questo caso saranno combinate la fase 1 e 2.
A differenza di altri, il vaccino FMBA colpisce non la proteina S ma altri componenti proteici del virus e provoca lo sviluppo dell’immunità non attraverso l’attivazione di anticorpi ma a livello cellulare (così, secondo i ricercatori, l’immunità potrà durare per anni). Infine ci sono due “spin-off” dello Sputnik. Il primo è in forma di gocce nasali.
“I test clinici dovrebbero iniziare ad aprile per la successiva produzione in serie”, ha assicurato il ministro dell’Industria e del Commercio Denis Manturov.
Ultimo, ma non ultimo, lo Sputnik Light (o Lite). In pratica si tratta dello Sputnik V, ma a singola dose (simile in questo al vaccino Johnson&Johnson). La fase 2 dei test è appena stata completata.
(di Mattia Bernardo Bagnoli/ANSA)