M5s: Grillo tende la mano ai ribelli e a Casaleggio

Davide Casaleggio e Beppe Grillo (S), durante la presentazione del Piano nazionale Innovazione,
Davide Casaleggio e Beppe Grillo (S), durante la presentazione del Piano nazionale Innovazione, Roma, 17 dicembre 2019. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

ROMA. – Con il Movimento ad un passo dal baratro della scissione, Beppe Grillo tende di nuovo la mano ai ribelli e a Davide Casaleggio per provare, fino all’ultimo, a sanare quello scontro che sembra aver imboccato una strada senza via d’uscita.

Ha ancora una manciata di giorni per provare a bloccare Rousseau dal portarsi via tutto quel che resta del vecchio Movimento: dai principi ispiratori alla piattaforma per l’esercizio della democrazia diretta, dalla nuova ondata di parlamentari espulsi, fino ad Alessandro Di Battista, che ha cuore e mente divisi a metà, da una parte il Movimento delle origini, i principi e i valori e dall’altra l’affezione alla squadra e ai compagni di viaggio.

“Visioni, non divisioni. Includere, non escludere. Disapprovare, non attaccare. Correggere, non punire. La porta è sempre aperta, mai chiusa. Tutti sono in buona fede. O fare come se lo fossero. Mano tesa, non pugno chiuso. Benevolenza, non malevolenza”: è il decalogo del nuovo Movimento “MiTe” che Grillo impartisce dal suo blog.

Sembra un ulteriore indizio della sua contrarietà a portare avanti i procedimenti di espulsione dei parlamentari che si sono messi di traverso alla nuova maggioranza, rea di aver “tradito le origini”. E’ forse anche la mano tesa a Casaleggio Jr che ha in programma per mercoledì prossimo il lancio del suo “manifesto” di “principi e valori per ritornare a volare alto”.

Potrebbe essere l’avvio di un nuovo Movimento o, semplicemente, la condizione per un chiarimento definitivo. Il presidente di Rousseau, non a caso, per ora resta ambiguo: il manifesto “vuole essere un codice etico , un perimetro solido e ben definito di termini e condizioni di utilizzo dell’ecosistema Rousseau”.

Oppure, il trampolino per “volare alto” e anteporre “le idee alle persone, le riforme alle poltrone” e smettere di essere dei “segnavento degli umori del momento”. Casaleggio reclama le risorse promesse dal Movimento e non a caso oggi pubblicizza sul blog del Movimento i risultati di uno studio di Digital Democracy Report 2021 in cui, sostiene, la piattaforma risulta “tra le migliori al mondo”.

La sua offensiva, dunque, potrebbe essere una prova di forza, una sfida, anche nei confronti di quei parlamentari che dopo le sue esternazioni di ieri hanno preso la palla al balzo per chiedere di chiudere i rapporti, da tempo compromessi, con l’erede di Casaleggio.

Intanto emergono, dai ricorsi contro le espulsioni, nuovi argomenti per consigliare ai vertici pentastellati di procedere con una “amnistia” degli ultimi espulsi. Dopo la sospensione decisa dal Tribunale di Cagliari, dopo la nomina di un curatore legale al posto di Crimi, giudicato “scaduto” nei suoi poteri, dopo i rilievi sulla legittimità costituzionale dei provvedimenti, oggi sono emerse anche contestazioni sul collegio dei Probiviri che ha comminato i procedimenti disciplinari.

Gli espulsi contestano la posizione di “conflitto d’interesse” della Probivira Fabiana Dadone, ministra nel governo a cui gli espulsi non hanno dato la fiducia. Tutto rema verso un tentativo di ricomposizione. E il ministro Federico D’Incà, riconosciuto per il suo ruolo di mediatore, sembra confermarlo: “Ieri è stata la giornata di venti e “controventi” .Mi auguro che si possano chiudere porte e finestre per evitare correnti e sedersi intorno ad un tavolo per poter discutere, parlare e per chiarire”.

(Di Francesca Chiri/ANSA)

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