‘Figli delle App’, i ragazzi al tempo del Covid

Francesco Pira con il libro "Figli delle App".
Francesco Pira con il libro "Figli delle App". (ANSA)

PALERMO. – “La pandemia e l’isolamento fisico sembrano avere acutizzato insicurezze e fragilità di pre-adolescenti e adolescenti, sentimenti di paura e scoraggiamento alimentati dalla dipendenza dall’accettazione e approvazione da parte del gruppo di pari che si realizza solo nelle dinamiche social. Capisco Fiorello papà, che si rammarica che la figlia non è più abituata ad uscire di casa. Lei e altri ragazzi sono costretti davanti al computer “.

Così il sociologo Francesco Pira, professore associato di comunicazione e giornalismo all’Università di Messina, autore del libro “Figli delle App” in tutte le librerie italiane dal’8 marzo, per i tipi della Franco Angeli nella Collana di Sociologia. Il volume è anche l’occasione per condividere i dati dell’ultima ricerca realizzata. Il terzo capitolo è infatti interamente dedicato ai risultati della survey online “La mia vita ai tempi del Covid.”

Condotta nel periodo aprile – maggio 2020, ha coinvolto in totale 1.858 ragazze e ragazzi delle scuole medie inferiori e superiori che hanno risposto ad un questionario online composto da diciassette domande. “I dati della mia ricerca – sottolinea il sociologo – sono in linea con il sondaggio U-Report dell’Unicef sui giovani ha generato più di 8.000 risposte e riscontrato che oltre un quarto si è sentito ansioso, il 15% depresso.

Uno degli aspetti di maggiore interesse emerso è quello relativo alla tendenza a isolarsi rispetto all’ambiente familiare. I ragazzi raccontano di avere provato momenti di paura e di avere sentito moltissimo la mancanza degli amici”. Nelle risposte al quesito: ‘Cosa ti manca di più?’ le considerazioni ruotano per la maggior parte intorno al tema dell’amicizia e dello stare fuori con gli amici.

Le ragazze e i ragazzi utilizzano il sostantivo libertà riferito alla possibilità di uscire di casa. Uscire con gli amici, vedere gli amici, stare con…, tutte espressioni che raccontano di un bisogno di fisicità, che nel loro modo di relazionarsi si interseca senza soluzione di continuità con la connessione e l’interazione online.

Una dipendenza dagli altri che, come è evidente da quanto emerge dal quesito, genera il paradosso di una forte sensazione di isolamento, paura e scoraggiamento, con oltre il 60% degli intervistati che dichiara di avere provato questo sentimento durante il periodo di lockdown.

“Gli adolescenti – spiega Pira – sono passati da vite super organizzate, piene di attività, nelle quali la tecnologia e i social media giocano il ruolo di facilitatori della comunicazione, ad una situazione in cui la propria vita si racchiude tutta dietro uno schermo”.

Come precisa lo stesso autore: “Il volume è dedicato a tutte le vittime del cyberbullismo, del sexting, del revenge porn, del cutting e a chi ha perso la vita per inseguire una challenge. Ma anche a coloro che usano le nuove tecnologie per trasmettere al mondo messaggi positivi e condividere conoscenza”. Un volume che parla dei nostri figli, che non sono marziani, ma ragazzi pieni di speranze e di fragilità”.

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