Pechino: stretta sulla legge elettorale di Hong Kong

Giovani studenti del fronte pan-democratico esultano per il risultato dei comizi ad Hong Kong nel 2019.
Giovani studenti del fronte pan-democratico esultano per il risultato dei comizi ad Hong Kong nel 2019. Immagine d'archivio. (Ansalatina)

PECHINO.  – Una risoluzione sulla riforma del sistema elettorale di Hong Kong è stata inserita ufficialmente al settimo posto tra i dieci punti dell’ordine del giorno del Congresso nazionale del popolo, l’assemblea legislativa del parlamento cinese, in vista di quei cambiamenti che saranno introdotti per garantire che solo i “patrioti” possano occupare posizioni di potere nell’ex colonia britannica.

Il portavoce del Congresso, Zhang Yesui, non ha dato dettagli sulle modifiche in cantiere, limitandosi a rimarcarne la necessità. “Gli sviluppi degli ultimi anni dimostrano che il sistema elettorale a Hong Kong deve essere migliorato per stare al passo con i tempi e per fornire una solida garanzia istituzionale per la piena e accurata attuazione del modello ‘un Paese, due sistemi’ e del principio dei ‘patrioti che amministrano la città’ “, ha affermato Zhang in una conferenza stampa in tarda serata per illustrare l’agenda del Congresso i cui lavori avranno inizio domani fino all’11 marzo, puntando sul piano quinquennale economico e sociale 2021-25 e sul programa strategico al 2035.

“La riforma – ha aggiunto Zhang – rientra nei poteri del Congresso nazionale del popolo, rispettando la Costituzione cinese e la Basic Law”, la mini Carta fondamentale di Hong Kong.

L’ulteriore stretta di Pechino, la seconda in meno di un anno dopo il varo della draconiana legge sulla sicurezza nazionale imposta a giugno 2020, porterà al cambio fondamentale delle regole del gioco politico nella città, mettendo al bando e marginalizzando ancora di più l’opposizione pro-democrazia.

Le voci circolate sulla riforma segnalano l’eliminazione dei 117 seggi espressi dai consigli distrettuali, controllati dal fronte pro-democrazia, sui 1.200 del comitato elettorale che sceglie il governatore dei territori. Altre ipotesi puntano sul “comitato di verifica dell’idoneità” dei candidati per il parlamentino locale o sulle consultazioni, anziché le elezioni, per la nomina del governatore.

Oggi, intanto, alla presenza del presidente Xi Jinping, senza mascherina come i componenti del Politburo e quelli del governo di massimo rango, ha preso il via la sessione annuale della Cppcc nel mezzo delle rigide misure di prevenzione contro il Covid-19: il presidente Wang Yang ha riferito che l’organo consultivo “sosterrà fermamente il principio di far governare i patrioti a Hong Kong”, sostenendo l’educazione patriottica per i giovani di Hong Kong e Macao.

Nell’ex colonia britannica, invece, non si è ancora risolta la vicenda dei 47 attivisti pro-democrazia arrestati domenica dalla polizia con la contestazione formale di sovversione per le primarie organizzate lo scorso luglio in vista del voto político di settembre rinviato per la pandemia.

Dopo una maxi-udienza di quattro giorni, Victor So, magistrato per la sicurezza nazionale, ha concesso la libertà su cauzione a 15 attivisti e politici, finendo poi per rimandarli in custodia dopo che il Dipartimento di Giustizia locale ha impugnato la decisione, il cui riesame è atteso venerdì. I pubblici ministeri hanno chiesto tre mesi di detenzione al fine di dare alla polizia più tempo per completare le indagini.

(di Antonio Fatiguso/ANSA)

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