Alta tensione M5s, timori per accentramento su Conte

L'ex primo ministro Giuseppe Conte ritratto dallo street artist Alien Attack alla guida del Movimento 5 Stelle vestito da Napoleone ispirato dal dipinto "Il ritratto di Napoleone" di Andrea Appiani,
L'ex primo ministro Giuseppe Conte ritratto dallo street artist Alien Attack alla guida del Movimento 5 Stelle vestito da Napoleone ispirato dal dipinto "Il ritratto di Napoleone" di Andrea Appiani, Milano, 2 Marzo, 2021, ANSA/Andrea Fasani

ROMA. – Passato il clamore e l’entusiasmo per l’adesione di Giuseppe Conte al Movimento e il battesimo officiato da Grillo per offrire il suo nome sull’altare della leadership pentastellata, il M5s affronta ora le conseguenze che questa scelta, un po’ affrettata e lontana dai protocolli delle forze politiche, sta imponendo al mondo pentastellato.

Il progetto di rifondazione annunciato da Conte, al di là dei buoni propositi di rilancio ed innovazione della proposta politica, inizia infatti a suscitare qualche dubbio. Soprattutto nella parte, mai smentita, di voler azzerare gli organismi di rappresentanza di cui il Movimento, dopo un anno di preparazione degli Stati generali, si sta per dotare.

Per arrivare, invece, ad una sorta di diarchia Conte-Luigi Di Maio che potrebbe poi tramutarsi, in vista delle future elezioni e una volta archiviata l’esperienza Draghi, ad un “tridente” anche con Alessandro Di Battista, il front-man delle piazze che la nuova dirigenza spera di poter recuperare.

Non sono, dunque, solo le critiche al “caminetto” che, “senza alcun mandato della base”, ha deciso la svolta. E’ la sostanza della scelta di tornare ad affidare le redini del partito ad una “oligarchia”, come qualcuno già la chiama, che impensierisce una parte del M5s.

I dubbi sono emersi anche in occasione dell’assemblea dei gruppi. “C’è bisogno di un cambiamento” e l’ex premier “ci proporrà un progetto”, annuncia Crimi cercando di smorzare le polemiche e assicurando come, finora, “nessuna decisione è stata assunta”.

A porre la questione arriva però l’intervento del senatore Primo Di Nicola che tuona, appunto, contro i “caminetti” convocati all’insaputa di tutti per decidere le sorti di un partito che invece si batte per una democratizzazione della sua organizzazione interna: “Mi auguro che voi non crediate ad una sola delle parole che avete detto” dice rivolto a Crimi e ai capigruppo.

Lo sfogo segnala un malessere già emerso nei giorni scorsi in Parlamento. Anche Luigi Gallo, esponente della vecchia ala ortodossa dei 5 stelle, evidenzia il problema. “Io spero in un processo democratico. E’ un’ esigenza emersa negli Stati Generali che hanno visto la partecipazione di 8 mila persone, in cui tutti hanno convenuto che il M5s ha bisogno di fortificare i processi di democrazia interna. Non è più possibile continuare ad affidarci ad una democrazia ‘infantile'” dice il deputato che tuttavia assicura: “Io mi fido di Conte: credo che abbia capito”.

Altra questione ormai divenuta bollente è quella del rapporto con Rousseau: “Bisogna decidere che fare, ci sono state ingerenze”, ammette Crimi in assemblea mentre si attende a breve anche una convocazione degli iscritti per votare sull’ingresso nella giunta laziale del M5s, con tutte le conseguenze che questa porterà anche sul contestatissimo processo che porterà per le candidature al Campidoglio.

Ma la “tabula rasa” che la futura dirigenza intende portare avanti, include anche le relazioni con Davide Casaleggio, da “liquidare” con un assegno da circa 500 mila euro. Per poi ripensare tutta la comunicazione del Movimento, con altri strumenti, che deciderà Rocco Casalino, che sarà della partita. Intanto mentre tutti si chiedono che fine farà il dogma del tetto ai due mandati, restano le espulsioni.

Al momento, resta la linea dura. Nessun reintegro, a meno che, in futuro, non dimostrino di aver cambiato idea. “A quel punto valuteremo”, è lo spiraglio aperto da Crimi. Anche se i ribelli, compresa Barbara Lezzi, procedono con i ricorsi: in Parlamento e in sede civile, dove chiederanno anche un’azione di risarcimento per “danni morali, di immagine ed esistenziali”.

(di Francesca Chiri/ANSA)

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